Sei dipendente dallo smartphone? Ecco alcuni indizi per capirlo…
Il grande sviluppo della tecnologica, con i suoi indiscutibili vantaggi, ha portato ognuno di noi a inglobare lo smartphone in quasi tutte le azioni della nostra vita. Infatti, se ci pensate un attimo…Dove puntate la sveglia la sera? Quale dispositivo utilizzate per scattare le foto? E quando non sapete una strada come fate?
Queste semplici domande ci permettono di realizzare che è quasi impossibile pensare ad una giornata senza smartphone.
Però, nonostante la sua utilità per molteplici azioni, bisogna prestare attenzione a non diventarne schiavi e dipendenti. Una ricerca svolta da Motorola nel 2017 ha dimostrato che il 33% dei partecipanti dà priorità allo smartphone rispetto all’interazione con altre persone e 2 intervistati su 3 ammettono di sentirsi in panico pensando di trovarsi nella situazione di smarrimento o furto dello smartphone.
“Nomofobia”: questo il termine tecnico che si usa per indicare la dipendenza da cellulare, una paura di restare sconnessi dal “mondo”, o meglio quella che gli inglesi definiscono la Fear Of Missing Out, cioè la fobia di essere tagliati fuori.
Ma quali sono i segnali che ci permettono di capire che siamo dipendenti dallo smartphone?
- Ignorare le persone durante una conversazione: i rapporti umani e sociali vengono trascurati e messi in secondo piano rispetto a ciò che avviene online. In questo caso si percepisce proprio una difficoltà a staccarsi dallo schermo, che sembra essere l’unica “relazione” interessante attorno alla persona.
- Controllare ossessivamente notifiche e chat: lo schermo si illumina…potrebbe essere un like ad una foto di Instagram o un nuovo follower o la condivisione dell’ultimo post su fb. Il denominatore comune è guardare con una certa smania il telefono appena arriva una notifica per verificare se siano arrivati messaggi su whatsapp o like alle foto.
- Sintomi di malessere quando non è possibile usare il cellulare: se il cellulare si scarica o se, per sbaglio, viene dimenticato a casa o in macchina, si presentano sintomi di malessere e la persona prova frustrazione, come se fosse in una piena crisi d’astinenza.
- Ansia e paura di perdere informazioni in rete: questo porta la persona a controllare continuamente il cellulare per il desiderio di monitorare gli altri e le loro azioni, ma anche monitorare se stessi ed il proprio “successo” sui social.
È possibile uscirne?
Senza dubbio il primo importante passo è quello di riconoscere che tipo di rapporto si ha con lo smartphone e quanto questo sia presente ed invalidante per la nostra vita.
Uno strumento per combattere la dipendenza da smartphone, paradossalmente, è proprio lo smartphone stesso.
Infatti, soprattutto negli ultimi anni, sono state create numerose applicazioni che permettono di monitorare l’uso del cellulare, registrando il numero di volte che si controlla o il tempo passato su ogni singola App. Fra queste applicazioni, ricordiamo App Usage che è raccomandabile per darsi delle regole per l’utilizzo del telefono, alternandolo a momenti di “disconnessione”.
Oltre a questa App, come consiglio generale può essere utile disattivare le notifiche che sono le principali “tentazioni” che ci portano ad aprire lo smartphone e controllarlo.
Qualora queste piccole ma importanti strategie non dovessero funzionare o risolvessero il problema solo in parte, è consigliabile consultare un professionista per ricevere un aiuto mirato e concreto, anche in tempi brevi. Infatti, attraverso l’utilizzo della Terapia a Seduta Singola, è possibile, con specifici interventi e manovre, intervenire sul problema ed ottenere benefici in tempi brevi, ricavando il massimo anche da un singolo incontro.
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Bibliografia
Guerreschi C. (2014), Mobile Addiction. La dipendenza da cellulare, Edizioni San Paolo: Roma.
Portelli C., Papantuono M., (2017), Le nuove dipendenze. Riconoscerle, capirle, superarle. San Paolo Edizioni: Roma.
Sono una Psicologa, specializzata in Dipendenze da sostanze, comportamentali (gioco d’azzardo, shopping, ecc) e relazionali (dipendenza affettiva). Sono formata all’utilizzo della Terapia a Seduta Singola (TSS) e della Terapia Centrata sulla Soluzione, per aiutare le persone a risolvere i loro problemi e tornare al benessere nel più breve tempo possibile, imparando a scoprire e sfruttare al meglio tutte le loro risorse.