Cambiare, facendo un po’ di ordine
Cambiare mette ansia
Quante volte ci sarà capitato di cambiare, nella nostra vita?
Non ce ne rendiamo conto, ma è qualcosa che accade quasi in un secondo. Non ci piace più un certo tipo di pasta, passiamo a un altro genere musicale, cominciamo a leggere libri che mai avremmo pensato prima di leggere: sappiamo che qualcosa in noi è avvenuto ma non sappiamo spiegarci quando e come.
La vita è un continuo cambiare. Alcuni cambiamenti avvengono in modo spontaneo, altri hanno bisogno di una piccola spinta. E quando pensiamo che questa spinta non potremmo darcela mai, ecco che arriva. Come sopra, senza spiegarci quando e come. Però ci siamo, varchiamo la soglia del “momento di passaggio”, pronti ad assaporare tutto quello che comporta. Spoiler: quasi sempre si tratta di ansia.
L’ansia è una reazione fisiologica che la maggior parte di noi conosce molto bene, è il modo in cui il nostro corpo cerca di proteggerci facendoci però sentire schiacciati o bloccati al pensiero di quello che potrebbe succedere se le cose non dovessero andare come speriamo. Infondo, non è mai facile confrontarsi con le nostre aspettative, così come quelle che gli altri ripongono in noi.
Ma quando a stuzzicarci è la possibilità che un nostro sogno nel cassetto si avveri sul serio, non c’è paura che tenga. O meglio, la paura resta ma ognuno di noi può trovare il proprio modo di affrontarla senza lasciare che ci schiacci.
Se anche tu ti trovi a un bivio e stai valutando di intraprendere un percorso che non sai cosa e dove ti porterà ma non hai alcuna voglia di tirarti indietro, questo articolo potrebbe fare proprio al caso tuo.
Scopri insieme a noi terapeuti di OneSession come accogliere le tue paure e fartele amiche, per provare a cambiare nel modo in cui più desideri.
Un passo alla volta
Quando ci fermiamo a immaginare come sarà la nostra vita o cosa ne verrà dalle nostre scelte, a volte per la nostra testa passano così tanti pensieri che le cose finiscono per sembrarci più complicate di quanto siano in realtà. Per quanto paradossale, ciò che potrebbe davvero esserci d’aiuto in questi momenti è trovare il modo di semplificarle: ma come si fa?
Il primo passo sta nel mettere in ordine tutti quei pensieri che si affollano intorno alla nostra volontà di cambiare, proprio come farebbe un vigile munito di paletta e fischietto quando dirige il traffico autostradale in prossimità di un incrocio. Immaginiamo che al centro di questo incrocio ci sia l’obiettivo che vogliamo raggiungere, o il nostro sogno nel cassetto da far avverare, e che le auto da dirigere siano tutti i pensieri che, senza regole, gravitano intorno a questo obiettivo o a questo sogno. Immaginiamo di essere il vigile e di poter sollevare la nostra bella paletta rossa per far passare una sola auto alla volta, tenendo a bada tutte le altre.
Soffermarci su un solo pensiero alla volta produce questo stesso effetto: ci permette di tenere a bada le interferenze prodotte dagli altri pensieri, facendoci percepire meno caos di fronte a quello che sentiamo di voler realmente cambiare. Solo così possiamo riuscire a far chiarezza sulle nostre paure e su come possiamo attivarci per affrontarle. Il segreto è anche qui: una paura alla volta.
Non tutte le paure sono uguali, non tutte ci attraversano con la stessa intensità. Alcune sono blande, altre accompagnano pensieri che gareggiano a chi è il più forte. Come le auto, riusciamo a distinguerle soltanto quando non si affollano troppo. Sta a noi decidere su quale pensiero o paura apporre lo sguardo, a seconda di quale nodo sentiamo più impellente in un particolare momento.
E quando lo abbiamo trovato?
Individuare le nostre paure prioritarie è di per sé un altro piccolo passo in direzione del nostro desiderio di cambiamento. Infatti, quando le riconosciamo e le mettiamo per bene a fuoco,
implicitamente ci stiamo già domandando di cosa abbiamo bisogno per fronteggiarle. Ed eccoci al passetto successivo!
Non sempre le risorse che ci servono vanno ricercate ex novo. Per cambiare, spesso, occorre ripartire da tre, parafrasando quello che diceva Massimo Troisi nel famoso film del 1981: ovvero, ripartire da tutte le strategie che hai già provato in passato per affrontare le tue paure e che ti sono addirittura riuscite. Così risparmi tempo ed energie, puntando direttamente a cosa più funziona per te.
Torniamo, ad esempio, all’ansia di cui si legge sopra.
Tutti noi proviamo ansia ma non la proviamo sempre, dico bene? Se pensiamo alle volte in cui non l’abbiamo avvertita, o in cui l’abbiamo avvertita ma con meno intensità, ci vengono in mente situazioni, persone, azioni che hanno contribuito a farci stare bene. Alcuni di noi trovano utile distrarsi, ad esempio introducendo una passeggiata rigenerante tra gli impegni della giornata, altri provano a cambiare qualcosa nella propria routine, andando a coltivare di più le proprie relazioni e le proprie passioni, mentre altri ancora preferiscono affrontare il proprio problema scomponendolo in parti più piccole, rendendolo così più tollerabile.
Sorge, dunque, spontaneo pensare che quello che facciamo per abbassare i nostri livelli di ansia ci permette di notare o fare qualcosa di diverso quando poi quell’ansia non c’è più.
La molla del cambiamento scatta, infatti, quando cominci a guardare da un’altra prospettiva ciò che ti preoccupa e ti rendi conto che alcune risposte ce le hai già: ti basta soltanto fare un po’ di ordine per goderti, a piccoli passi, l’entusiasmo e la gioia per il percorso che verrà.
Riferimenti bibliografici
Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Giunti Editore Firenze.
Nardone, G. (2009) Problem solving strategico da tasca. Firenze: Ponte alle Grazie
Nardone, G., & De Santis, G. (2011). Cogito ergo soffro: Quando pensare troppo fa male. Ponte alle Grazie.
Ciao! Grazie per aver letto fin qui. Sono una psicologa iscritta all’Ordine della regione Campania (9009-A), pronta a raggiungere insieme a te i tuoi obiettivi: già in un’ora, col giusto atteggiamento, possiamo fare grandi cose!