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Come i social influiscono sulle nostre emozioni

I social influiscono sulle nostre emozioni? Come? Come possiamo gestirle?

Una nuova forma di comunità

Analizzare la società attraverso lo studio dei canali social, è possibile?

Di certo i canali social sono il campo di osservazione privilegiato e più aggiornato per capire la società e stare al passo con la sua evoluzione e i suoi cambiamenti.

Essi rappresentano una comunità che seppur virtuale, è sempre una comunità e come tale ha le sue regole, i suoi valori, le sue rappresentazioni.

Palestra e palcoscenico. Nelle comunità social, infatti, si sperimentano e si allenano emozioni, atteggiamenti, idee ma soprattutto si esprime la propria interiorità. Basta poco per renderci conto che questa nuova forma di comunità ha radicalmente rivoluzionato il nostro modo di comunicare e ha impattato fortemente sul nostro mondo emotivo, sulla nostra vita e sulle nostre abitudini.

I social network contano miliardi di utenti iscritti in tutto il mondo e riempiono il nostro tempo, rendendo più leggere le attese e più ricca e attiva la nostra comunicazione. Ci permettono di dare e ricevere informazioni e di condividere momenti, importanti o quotidiani, della nostra vita. Questo significa che ad essere pienamente convolti, nel loro utilizzo, sono il nostro corpo, i nostri sensi, la nostra identità e le nostre relazioni.

I social sono diventati un diario giornaliero, un luogo in cui esprimersi e confrontarsi, un posto dove sentirsi sicuri o minacciati. Il tutto attraverso un semplice click.

Il digitale, i nuovi media e le nuove tecnologie rappresentano il nuovo potente scenario esistenziale nel quale oggi siamo immersi fin dal momento in cui si viene al mondo e relazionarsi ad esso rappresenta necessità e opportunità. Difatti spazio, tempo e relazioni sono stati e sono fortemente influenzati da questo nuovo scenario esistenziale e questo ha significato fissare nuovi orizzonti e prospettive. Da circa due decenni infatti la quotidianità è stata ridefinita, dai concetti di spazio e tempo alle relazioni interpersonali come anche all’idea di sé e del proprio registro emotivo.

Il ruolo delle emozioni al tempo dei social

“Tutti sanno cos’è un’emozione fino a che non si chiede loro di definirla” (Fehr e Russell, 1984).

Le emozioni sono coinvolte in tutte le nostre attività cerebrali. Sono inoltre fondamentali e indispensabili nei processi di elaborazione, scrittura, memorizzazione, lettura, calcolo.

Protagoniste assolute del nostro vivere e sentire quotidiano, difatti ogni relazione umana si fonda sulle emozioni. Il filosofo greco Aristotele diceva che noi uomini siamo animali sociali: abbiamo bisogno degli altri per sopravvivere e questo significa fare i conti quotidianamente con emozioni e sensazioni diverse.

Le emozioni abitano le nostre vite e, in un mondo sempre più interconnesso nel quale entriamo costantemente in contatto con persone, idee e culture differenti è essenziale imparare a leggere ogni stimolo come occasione di crescita, di esplorazione, come scintilla di vita.

I social hanno avviato un nuovo modo di vivere e sperimentare le nostre emozioni. Penso all’amore e a come il primo approccio avviene sempre più spesso attraverso lo schermo di un computer o di un cellulare. I sentimenti e il loro bisogno di toccarsi hanno iniziato a sperimentarsi in nuove dimensioni mantenendo, perdendo o addirittura amplificando la loro intensità.

La nostra intimità, il nostro privato sono continuamente esposti al mondo esterno. Tutto quello che facciamo o pensiamo viene mostrato o raccontato agli altri in tempo reale. Umberto Galimberti parla di “crollo di quelle pareti che consentono di distinguere l’interiorità dall’esteriorità”.

Il mondo virtuale ha acceso i riflettori anche sullo sperimentare nuove emozioni come la paura di restare fuori, FOMO (fear of missing out). Gli effetti di questa paura sono adolescenti o adulti in ansia se non riescono a controllare il proprio smartphone che non è solo un telefono ma la chiave d’accesso allo stare insieme, all’esserci. Adolescenti o adulti alla ricerca costante e talvolta esasperata di un like che risponde ad un bisogno di approvazione, di essere accettati dagli altri.

Come gestire le socialemozioni negative?

La comunicazione social, con i suoi like, le emoji, i messaggi vocali, i video, i filtri, le applicazioni, ha certamente sdoganato le emozioni dalla difficoltà di esprimerle con le sole parole e con i gesti. Ha fatto crescere le opportunità di interazione sociale e rinforzato le competenze sociali.

I social possono però aggravare anche le fragilità emotive o psicologiche che già esistono nel mondo offline.

Il rischio è che l’immediatezza e la compulsività con cui ci viene chiesto di esprimere i nostri stati emotivi, nell’universo online, sembrano renderci più impulsivi e meno consapevoli di quello che proviamo e di come sappiamo o riusciamo a gestirlo. Montiamo infatti continuamente, tra la nostra interiorità e la nostra esteriorità, filtri e protezioni. Volendo usare una metafora, i social sono un tipo speciale di tapparella: quella con fessure piccole che permette di guardare fuori ma non concede sempre, da fuori, di guardare dentro.

Le emozioni umane e le loro tortuosità trovano protezione ma anche prigione in questi filtri. Vi è infatti grande differenza tra il mondo che abbiamo dentro di noi e la vita vera, quella che accade al di fuori.

La rete è la più grande invenzione di tutti i tempi, un cambiamento epocale di cui bisogna saper cogliere opportunità e potenza. Gestire le emozioni, nuove e antiche, che il tempo social ci pone dinanzi significa attraversare la linea d’ombra e dunque mettersi a cercare per conoscersi, ascoltarsi, avere il coraggio di essere se stessi fuori e dentro la rete.

Gli psicologi del team “Onesession” sono a tua disposizione per una sessione gratuita di consulenza psicologica a seduta singola.

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Riferimenti bibliografici

Della Seta L, Vivere le emozioni: per capire i disturbi dell’umore e liberarsi dall’ansia, Venezia, Sonzogno, 2014

Galimberti U., I vizi capitali e i nuovi vizi, Milano, Feltrinelli, 2020

Tempera D., I ragazzi italiani passano due mesi all’anno sui social: cos’è la dipendenza da smartphone e come difendersi, www.ilsecoloxix.it, 4 dicembre 2020

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