Ansia: i primi passi da compiere per gestirla
L’ansia non ci sottrae il dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi. Leo Buscaglia
In questo articolo andremo a vedere quali sono i primi passi che puoi iniziare a compiere per gestire l’ansia. Ma prima…
Si fa presto a dire ansia!
L’ansia è forse uno dei termini psicologici più utilizzati nel linguaggio comune.
Chi di noi non ha mai sentito un amico o un parente dire di sentirsi “un po’ ansioso?”.
Questo perché l’ansia fa parte della nostra vita, è di fatto un meccanismo utile e potenzialmente funzionale per la nostra sopravvivenza. Questa parola però a volte viene utilizzata in modo improprio, come “un’etichetta” per provare a dare senso a una gamma di reazioni spiacevoli che sentiamo ma a cui non sappiamo dare un senso. Ed è un attimo che ci sentiamo tutti delle “persone ansiose”.
Riuscire a capire effettivamente che cosa sia l’ansia, come si manifesta e che cosa possiamo fare per iniziare a gestirla quando diventa invalidante può risultare una bella sfida.
In questo articolo proverò a fare chiarezza su questo argomento e a darti alcune indicazioni utili per muovere i primi passi per affrontarla, cominciando con il capire di che cosa stiamo parlando.
Che cos’è l’ansia?
Alcune persone tendono a confondere la paura con l’ansia: la prima, è l’emozione di base che abbiamo di fronte ad uno stimolo definito e specifico, percepito come pericoloso per la nostra incolumità. La paura solitamente, quando lo stimolo minaccioso viene meno, scompare.
L’ansia invece potremmo descriverla come “la paura della paura”: si tratta di una costellazione di reazioni anticipatorie rispetto a qualcosa che potrebbe accadere. Si può manifestare con diverse reazioni psicofisiologiche: a livello di pensiero, emozione e sensazioni fisiche.
Nella sfera cognitiva, potremmo avere un senso di vuoto e confusione mentale, pensieri pervasivi di forte preoccupazione sul passato, il presente o il futuro (che possono presentarsi anche sotto forma di immagini e ricordi). A livello emotivo potremmo sperimentare forte angoscia, smarrimento, sofferenza. Per quanto riguarda le sensazioni fisiche invece, potremmo provare tensione muscolare negli arti inferiori, superiori o su collo e schiena, palpitazioni, sensazione di fiato corto, dolori addominali o intestinali fino ad avere veri e propri crampi e nausea. Si possono inoltre verificare anche tremori, vertigini e forte sudorazione.
Tutte queste sue manifestazioni, possono essere funzionali per preparare il corpo ad attivarsi per fronteggiare il pericolo imminente con 3 possibili reazioni comportamentali: la fuga, l’attacco o il freezing (che in natura spesso anche gli animali mettono in atto “paralizzandosi” come per fingersi morti e scampare così il pericolo).
L’ansia quindi, ci può difendere di fatto da ciò che ci minaccia, dandoci la possibilità di reagire.
Quando l’ansia diventa un problema?
L’ansia può diventare un problema quando si verifica in modo eccessivo ed immotivato e se diventa pervasiva per la vita di chi la prova. Può condizionare talmente tanto la nostra vita da non permetterci più di funzionare bene nella nostra sfera personale, lavorativa e sociale. Questa è la differenza tra provare saltuariamente e in casi specifici una sana ansia (reazione naturale a scopo difensivo) e soffrire invece di un disturbo d’ansia (inappropriato, ricorrente e limitante).
Che cosa fa una persona quando soffre d’ansia?
Ci sono diverse azioni che le persone provano a mettere in atto spontaneamente quando iniziano a soffrire d’ansia. Sono tentativi fatti per cercare di risolvere e controllare il problema, cercando di liberarsene. Purtroppo però a volte, è proprio quello che facciamo per far andare via l’ansia che la fa peggiorare. Vediamo insieme alcuni esempi e i primi passi che possiamo fare per risolvere questo problema.
L’evitamento
Se qualcosa ci mette ansia, una delle prime cose che ci viene da fare è evitarla.
Prova a pensare di provare fortissima angoscia alla sola idea di dover parlare in pubblico: potresti pensare che smettere di farlo ti metterà al sicuro. Così facendo però, a lungo andare potresti rinunciare ad alcune occasioni importanti lavorative o sociali. La tua soluzione, invece di aiutarti, potrebbe diventare per te un altro problema.
Parlare del problema e chiedere aiuto ad amici/parenti.
Un disturbo d’ansia è come un fiume che ci invade fino ad esondare ed invadere tutta la nostra vita. Può essere frequente quindi cedere all’impulso di lasciarglielo fare, condividendo con le persone che ci circondano il nostro malessere parlandone in continuazione. Se all’inizio sfogarci può farci sentire meglio, a lungo andare potrebbe ingigantire il problema. Più ne parliamo infatti, più ci concentriamo sui suoi aspetti negativi, su quanto siamo infelici/sofferenti e togliamo spazio invece agli aspetti belli della nostra vita. Così facendo, finiamo per dare all’ansia molto più potere di quanto già ne abbia.
Inoltre, le persone che ci stanno intorno potrebbero non apprezzare più così tanto la nostra compagnia, in quanto sentirsi invadere dall’ansia altrui, non è affatto piacevole.
Cercare di controllarla.
L’ansia, come abbiamo detto, è una reazione di per sé naturale. Provare a reprimerla razionalmente, cercando di controllarne le reazioni psicofisiologiche, paradossalmente potrebbe farla peggiorare. Se ad esempio abbiamo le palpitazioni, provare a concentrarsi sul proprio battito e imporsi di rallentarlo, non farà altro che aumentare la nostra tensione, amplificandolo. Non riuscire nel controllo, ci fa sentire di aver perso ancor di più il controllo. E questo è come gettare una miccia accesa in un pagliaio.
I primi passi per gestire l’ansia: passo uno
Un primo passo per iniziare a gestire l’ansia, è innanzitutto capire nel tuo caso specifico di cosa stiamo parlando. Inizia a disegnare un vero e proprio identikit della tua ansia, ragionando su quello che provi nei 3 assi di cui ho parlato in questo articolo: pensiero, emozione e sensazione.
Passo due
Come secondo passo, cerca di riflettere anche su quando, dove, con chi e quanto frequentemente si verifica. Questo processo è di per sé già molto utile per circoscriverla e capire come affrontarla concretamente. Spesso noi stessi rendiamo più grandi i nostri problemi di quanto siano effettivamente. Potremmo invece scoprire che non soffriamo “sempre” di ansia, ma solo in alcuni contesti. Questo già potrebbe farci sentire meglio, non pensi?
Passo 3
Come terzo passo, prova a individuare che cosa fai solitamente per cercare di affrontare l’ansia e chiediti se sta funzionando bene per te. Se la risposta è no, ti faccio i miei complimenti: intanto, sei riuscit* a capire che cosa sta mantenendo il problema. A questo punto, potresti provare a interrompere quel comportamento e vedere se succede qualcosa di diverso (ad esempio, piuttosto che parlare dell’ansia con amici e parenti, prova a scrivere di getto tutto quello che provi su un pezzo di carta e a gettarlo via senza neanche rileggerlo, per lasciar defluire il fiume dell’ansia senza invadere la tua vita privata).
Se questi passi non fossero sufficienti per te, ricordati che con la consulenza a seduta singola è possibile individuare in una sola seduta delle strategie concrete per fronteggiare l’ansia.
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Bibliografia
Secci, E. M. (2005). Le Tattiche del Cambiamento. Manuale di Psicoterapia Strategica.
Leonardi, F., & Tinacci, F. (2021). Manuale di Psicoterapia Strategica. 80 tecniche di intervento. Erickson.
Sono una Psicologa iscritta all’Albo A degli Psicologi del Lazio e all’Istituto ICNOS: Scuola di Psicoterapie Brevi Sistemico-Strategiche.
Nel mio lavoro integro le mie competenze multidisciplinari per offrire ai miei clienti soluzioni personalizzate ed aiutarli a raggiungere i propri obiettivi in tempi brevi. Utilizzo la TSS per ottenere il massimo da ogni singolo incontro.