Come imparare a dire di no
Vuoi imparare a dire di no?
Prima però ti racconto delle mie vacanze…
Questa estate sono andata a fare un bellissimo viaggio alle Baleari insieme al mio compagno. Una sera, camminando per le vie del centro di Minorca, sono rimasta catturata da un paio di sandali in una vetrina: di istinto, senza neanche guardare l’orologio, sono entrata all’interno del negozio. Con mia grande sorpresa sono stata messa alla porta dalla commessa, che con tono educato ma deciso ha esclamato:“Disculpe, está cerrado!” (trad. “perdonami, siamo chiusi!”). Ricordo come se fosse ieri di essere rimasta basìta, mi sono voltata verso il mio compagno e ho commentato: “ma ci rendiamo conto? Ma solo io se un cliente mi si presenta ad orario di chiusura ufficio lo accolgo lo stesso?” e lui, seraficamente, mi ha risposto: “eh mi sa di sì! Forse potresti imparare a fare come la signora!”.
Ho scelto di iniziare l’articolo di oggi con questo aneddoto di vita vissuta per affrontare un argomento sempre più attuale: la difficoltà che alcune persone hanno a dire di no di fronte alle continue richieste degli altri.
Che cosa significa non saper dire di no?
Immaginiamo di trovarci al lavoro. Siamo alla fine di una lunga giornata, pronti ad uscire finalmente dall’ufficio, quando il capo si palesa sulla porta, con un’espressione allarmata sul viso: “sai, dobbiamo assolutamente fare questa cosa entro domani mattina ma io devo proprio scappare…potresti trattenerti tu oltre l’orario previsto oggi?”
Oppure potremmo ricevere, proprio prima di spegnere il pc, un’email da parte di un nostro cliente. L’oggetto “URGENTE” già la dice lunga sul contenuto: “so di essermi ridotto tardi ma ho assolutamente bisogno di questo preventivo, grazie di inviarmelo entro un’ora!”
Per non parlare di quando nostro figlio, di fronte all’ennesimo elenco di compiti da fare per la scuola, irrompe piagnucolando nel salone e ci chiede: “ti prego mi aiuti? Non mi va proprio di farli!” magari giusto nel momento clou di quel film che stavamo vedendo.
In ognuna di queste situazioni, ci sentiremo come di fronte ad un bivio: dire di sì oppure dire di no alla richiesta che ci è stata avanzata da persone per noi importanti, in un modo o nell’altro.
Scegliere di dire sì spesso è la soluzione d’elezione, per tanti motivi: il primo è sicuramente l’educazione e la sincera volontà di aiutare l’altro, in evidente stato di difficoltà. Fare del bene agli altri, può regalare un piacere che scalda il cuore e fa sentire in pace perché si è fatta “una buona azione”.
Senza contare la speranza di ottenere in cambio la benevolenza dell’altro o una ricompensa per la nostra disponibilità.
Nel caso di un datore di lavoro ad esempio, potremmo ambire ad una promozione: “se dirò di sì e mi fermerò fuori orario, il capo si renderà conto di quanto io sia indispensabile e mi premierà di conseguenza”.
Il nostro cliente magari, di fronte alla nostra tempestiva risposta, probabilmente acquisterà il nostro prodotto e ci sceglierà di nuovo nel futuro.
Nostro figlio infine, apprezzerà di avere un genitore sempre prodigo nel sostenerlo e grazie al nostro aiuto prenderà degli ottimi voti a scuola.
Aspettarsi qualcosa in cambio dei nostri sì, tuttavia, potrebbe aprire la porta a qualcosa di molto diverso dall’altruismo sincero e disinteressato: pur di ottenere l’approvazione degli altri e la loro riconoscenza, potremmo iniziare a dire sempre di sì, non solo quando effettivamente lo vogliamo, ma anche quando preferiremmo fare qualcosa di diverso.
Questo comportamento inizialmente positivo per noi, se ripetuto nel tempo, può quindi diventare un’abitudine problematica.
Gli altri infatti, a forza di chiedere aiuto da noi e riceverlo, potrebbero iniziare a pretenderlo sempre di più. Del resto dal loro punto di vista, se abbiamo detto di sì una volta, potremmo benissimo farlo di nuovo. E ancora, ancora e ancora.
Di conseguenza, noi ci sentiremo obbligati a dire nuovamente di sì, incastrandoci in un loop senza fine. Impossibile a questo punto iniziare a dire dei “no” anche quando vorremmo farlo: il rischio di passare improvvisamente per “i cattivi” della situazione, sarebbe troppo alto e intollerabile.
Quali sono le conseguenze del non riuscire a dire di no?
Potrebbe capitarci di renderci conto che la nostra grande disponibilità è diventata a tutti gli effetti una strada a senso unico. Siamo sempre pronti a dare agli altri, più di quanto diamo a noi stessi e riceviamo.
Anteponiamo i loro bisogni ai nostri e invece di sentirci pieni di gioia per questo, ci iniziamo a sentire svuotati.
Eppure nonostante ciò, non riusciamo proprio a pronunciare quella parola che potrebbe fermare tutto: un semplice “no”.
Il solo pensiero di rifiutarci di dare l’aiuto che ci viene richiesto ed è ormai diventato atteso, ci fa sentire in colpa.
In questi casi, di fronte ad una nuova richiesta, potremmo iniziare a sentire uno strano peso sull’addome, come se avessimo digerito male qualcosa.
Oppure potremmo iniziare ad avere dei pensieri minacciosi che suonano più o meno così: “cosa penserà di me se non lo faccio? Potrebbe giudicarmi una cattiva persona! Rischierò di perdere il posto di lavoro e l’affetto dei miei cari!”.
Con il tempo, dire sempre di sì, diventerà per noi una lama dal doppio taglio.
Lo spazio per noi stessi e i nostri interessi si azzera, il tempo sembra non bastarci mai, il nostro umore peggiora e il nervosismo rischia di farci discutere proprio con le persone che pensavamo di voler aiutare.
E’ necessario imparare a dire di no.
Ma come imparare a dire di no?
Se ci troviamo di nuovo di fronte al bivio e vogliamo provare a fare qualcosa di diverso, possiamo iniziare a riflettere su questa semplice ma potente affermazione: “ogni volta che dico no agli altri, dico sì a me stesso”.
In questa nuova ottica, proviamo ad attribuire anche alla parola no un nuovo significato: non un rifiuto, ma una “nobile obiezione” (Mike Clayton, 2013).
Nobile sia per i modi educati con cui viene pronunciata, sia perché quando si decide di rispondere così, lo si fa con la piena consapevolezza delle proprie motivazioni e delle conseguenze su noi stessi e gli altri.
Infine, proviamo ad introdurre delle piccole violazioni alla nostra tendenza a dire sempre di sì.
Proviamo quindi, di fronte all’ennesima richiesta da parte del nostro capo, a rispondere diversamente: “mi rendo conto della tua necessità, ma oggi ho preso un altro impegno e proprio non ho la possibilità di trattenermi”.
Nel nostro programma di posta elettronica, impostiamo una risposta automatica per ricordare all’utenza gli orari di apertura dell’ufficio.
E al nostro bambino così angosciato dai suoi compiti, proviamo a dire che in questo momento siamo impegnati, ma che potrà iniziare intanto da solo.
Solitamente, di fronte alla nostra porta improvvisamente chiusa, gli altri modificheranno gradualmente il loro atteggiamento nei nostri confronti e diminuiranno le richieste.
Se vuoi scoprire altre strategie concrete e funzionali per imparare a dire di no, puoi sempre rivolgerti agli psicologi di www.onesession.it: prendi appuntamento compilando il form (clicca qui) e consulta le nostre pagine social di Facebook e di Instagram.
Riferimenti bibliografici
Clayton, M. (2013). Si può dire NO: Sbattersi di meno per ottenere di più. Italia: De Agostini.
Marson, J. (2013). Come imparare a dire di no senza sensi di colpa. Italia: Newton Compton Editori.
Sono una Psicologa iscritta all’Albo A degli Psicologi del Lazio e all’Istituto ICNOS: Scuola di Psicoterapie Brevi Sistemico-Strategiche.
Nel mio lavoro integro le mie competenze multidisciplinari per offrire ai miei clienti soluzioni personalizzate ed aiutarli a raggiungere i propri obiettivi in tempi brevi. Utilizzo la TSS per ottenere il massimo da ogni singolo incontro.