Come smettere di rimuginare con la Terapia a Seduta Singola?
Ti è mai capitato che la testa fosse riempita sempre e solo da un pensiero o da una serie di pensieri che continuano a ripetersi senza riuscire a controllarli?
Immagina di essere sul finire della tua giornata, soddisfatto di come sia trascorsa.
Hai già la mente ad una perfetta serata di relax, sei quasi pronto per una buona pizza e quel film che desideri da mesi vedere. Eppure, proprio a pochi minuti dall’inizio della tua “serata perfetta”, ricevi la chiamata di una persona a te cara. Avete una breve discussione e nonostante tu provi a dare dei chiarimenti, senza darti troppe spiegazioni, il tuo interlocutore dice solo che devi cambiare atteggiamento.
Non stupirti se la richiamata situazione potrebbe esserti familiare. Infatti, ad ognuno di noi è capitato di dover affrontare inaspettate discussioni, più o meno spiacevoli che, nella maggior parte delle persone, sono causa di cattivo umore.
Una volta terminata la telefonata abbiamo di fronte due opzioni per affrontare la situazione:
- Tornare con la testa alla nostra serata perfetta, consapevoli che la soluzione migliore sia un confronto successivo;
- Lasciare che il problema ci divori per tutta la serata pensando a quanto possa essere stata ingiusta quella telefonata e come ci abbia rovinato tutti i piani.
Nel primo caso, abbiamo pensato al problema ritenendo che la soluzione immediata ideale sia rinviarlo ad un momento successivo più idoneo ad affrontarlo.
Nel secondo caso, non potendo trovare una soluzione immediata e non essendo la stessa sotto il nostro diretto controllo, non riusciamo a smettere di pensarci: stiamo allora “rimuginando”.
Rimuginare consiste nel riflettere continuamente a stessi pensieri che solitamente tendono ad essere tristi e negativi. Insistere con la nostra mente nel riproporre “ossessivamente” alcuni pensieri e/o scenari, nella speranza di ottenere nuove narrazioni o di comprendere in modo differente un evento, al fine di ridurre la nostra ansia e angoscia, provoca, in realtà, l’effetto contrario di produrre ulteriore stress che ci rende conseguentemente ancora più tristi, arrabbiati o agitati.
Cosa c’è di male nel rimuginare?
Spesso le persone passano ore ad analizzare la situazione; si pensa talmente tanto al problema che non si riesce neanche a trovare una soluzione. Ed è qui che rimuginare potrebbe diventare dannoso e problematico, comportando rischi significativi sulla nostra salute fisica e mentale.
Diverse ricerche hanno dimostrato che rimuginare è associato ad una serie di conseguenze negative. Difatti, può aumentare la probabilità di sviluppare problemi di depressione, prolungare episodi depressivi quando già presenti, condurre a dipendenza da alcol o disturbi alimentari.
È stato scoperto da Nolen-Hoeksema che rimuginare favorisce la nascita di pensieri negativi, influenza le nostre percezioni generali in modo da distorcere anche altri aspetti della vita attuale e ci orienta in modo più pessimistico al futuro.
È interessante notare come spesso le persone che rimuginano pensino che questo aiuti loro a trovare soluzioni. Tuttavia, quando ci si concentra sul “perché?” piuttosto che sul “come” non si riesce in realtà a trovare la giusta strada. Raramente, infatti, rimuginando si trovano nuove intuizioni o soluzioni, in quanto si diventa cosi preoccupati del problema da intrappolarci all’interno di un circolo vizioso mentale che ci rende prigionieri dei nostri stessi pensieri.
Come smettere di rimuginare? alcuni consigli
È importante riuscire a cogliere ogni volta, il più velocemente possibile, il nostro rimugino trovando il modo di occupare la nostra mente con qualcosa di diverso. È corretto lavorare sulla risoluzione dei problemi e formulare un piano per migliorare la situazione. Ma una volta che hai capito quale questo possa essere, devi fare altro e non pensarci più.
1. Allenati sulla consapevolezza
Non sopprimere i pensieri, diventane più consapevole, in modo controllato e intenzionale.
2. Impegnati in attività piacevoli
È importante impegnarsi in un’attività che occupi la mente, come leggere un libro, guardare un buon film, fare esercizi, parlare con un amico (non del problema!), impendendo ai pensieri di tornare verso il problema. È necessario però che l’attività che ti proponi ti piaccia e favorisca pensieri positivi.
3. Evitate domande astratte.
Evita di porti domande astratte come: “perché queste cose succedono proprio a me?”; identifica, invece, almeno una cosa concreta che si potrebbe fare per superare il problema o i problemi su cui stai riflettendo.
Rimarrai stupito da quanto meglio affronterai le difficoltà e con la pratica ti sentirai regolarmente meglio!
Quando pensi di non farcela solo…
Se rimuginare ha un impatto sulle capacità di svolgere qualunque attività o danneggia la qualità di vita, parlarne con un terapeuta può essere d’aiuto. Con la terapia a seduta singola, possiamo massimizzare insieme il tempo a disposizione, individuando un obiettivo concreto da raggiungere e facendo leva sulle tue risorse.
Bibliografia
Nolen-Hoeksema, S. (2000). The role of rumination in depressive disorder and mixed anxiety/depressive symptoms. Journal of abnormal psychology, 109: 504- 511
Nolen-Hoeksema, S., Gilbert, K., & Hilt, L. M. (2015). Rumination and Self- Regulation in Adolescence. Self-Regulation in Adolescence, 311.
Raeisizadeh, R., & Mohammadi, K. (2018). The Role of Rumination in Psychopathology: A Review Study. American Journal of Life Science Researches, 6(2), 67-71.
Cannistrà, F., & Piccirilli, F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e pratiche.