Fare Coming out con la propria famiglia
Cosa significa fare coming out?
Fare coming out significa venire fuori, uscire allo scoperto.
Ci piace tanto prendere in prestito i termini dalla lingua inglese o da altre lingue straniere.
Inglesismi, francesismi, si chiamano. Parole prese in prestito in buona sostanza.
Utilizzate perchè spiegano meglio una determinata cosa, un sentimento, un concetto politico, un pensiero, un’idea. Talvolta parole che ci permettono di esprimere anche concetti sgradevoli, attenuandone in un certo senso la carica emotiva e rendendoli più accettabili.
Penso ad esempio al termine lockdown, utilizzato per esprimere le misure di contenimento adottate dai Governi per affrontare la pandemia da covid-19. Breve e di grande impatto sia linguistico, che sociale ed emotivo. Ha significato concretamente però isolamento, ritiro, chiusura, confinamento.
Fare coming out viene utilizzato specificamente per esternare, comunicare il proprio orientamento, la propria identità sessuale a se stessi e agli altri. Un’espressione, diventata ormai di uso comune, che serve a descrivere quel percorso lungo, doloroso e complesso di riconoscimento, consapevolezza e accettazione di un desiderio o un pensiero prima e di un’identità reale poi.
Un percorso che coinvolge non solo la persona nella sua interezza ma l’intero sistema che ruota attorno all’individuo: dalla famiglia, al lavoro, alla scuola, agli amici, alla società.
Un percorso nel percorso che parte da se e arriva all’esterno attraverso la prepotenza della consapevolezza che diventa misura della coscienza. Lao Tzu, filosofo e scrittore cinese, diceva che “Chi conosce gli altri è sapiente; chi conosce se stesso è illuminato”.
Molti sono i fattori che influenzano o ostacolano il processo di coming out. Alcuni di tipo socioculturale altri di carattere soggettivo. L’educazione ricevuta, l’influenza della religione, il sistema di valori, il luogo in cui si vive (un piccolo paese, la provincia, una grande città, etc.), il livello culturale, le esperienze di vita.
Potremmo continuare all’infinito perché il “sistema individuo” è complesso nel suo definire se stesso e nel suo interagire nell’ambito delle relazioni e dei contesti di riferimento
La difficoltà di comunicare alla famiglia la propria omosessualità
Perché è difficile comunicare alla propria famiglia un orientamento diverso dalla nostra dotazione genetica sessuale?
L’orientamento sessuale non coincide con il genere.
L’identità di genere è la percezione di sé stessi come maschio o femmina o categorie diverse. L’orientamento è il modo di relazionarsi agli altri, di provare attrazione sentimentale o sessuale.
Fare coming out in famiglia è certamente un’esperienza che influenza dinamiche e relazioni in maniera profonda.
La paura di non essere accettati, compresi e di essere rifiutati possono generare emozioni negative che possono influenzare tempi e modalità di comunicazione e molto spesso anche le stesse scelte di vita.
C’è bisogno però, a questo punto, di fare una precisazione.
Il problema non è cosa ci succede ma come lo viviamo. Di conseguenza lo stesso evento viene sentito e vissuto in modo diverso da persone con storie ed esperienze differenti.
Le riflessioni di questo articolo vogliono “fotografare” la sola difficoltà della comunicazione.
Le reazioni alla comunicazione sono altra cosa, certamente differenti a seconda della prospettiva che abbiamo sulla realtà. Ciascuno di noi usa lenti, punti di vista e prospettive diversi per osservare la realtà e questo influenzerà le reazioni e le percezioni.
La paura è un sentimento che accompagna sia il mittente sia il destinatario di un messaggio così importante come quello della ammissione di una “diversità”, una “particolarità”.
La famiglia può trovarsi ad avere paura per via dell’emarginazione, della discriminazione, della violenza a cui potrebbe essere sottoposto il proprio caro in una società in cui ancora il pregiudizio e la denigrazione imperano.
La paura può trovare ragione nel tradimento dei modelli familiari e sociali diffusamente condivisi (matrimonio, genitorialità, etc.).
Questa emozione molto spesso porta all’evitamento, all’allontanamento dalle situazioni che creano disagio.
La necessità quindi di dare tempo per un nuovo adattamento rappresenta un elemento importante nel processo di accettazione.
Al terremoto seguono le scosse di assestamento per permettere alla terra di riadattarsi dopo la forte scossa principale. Lo stesso accade al sistema di cui l’individuo fa parte. Il processo di adattamento alla nuova realtà è graduale e fatto di piccoli passi.
Può la Terapia Breve accompagnare la persona e la famiglia nel processo di coming out?
L’aiuto di un professionista può certamente rappresentare una risorsa molto utile nel supporto del processo di coming out sia per l’individuo sia per il sistema che ruota attorno ad esso.
Processo, il cui iter non è uguale per tutte le persone e le storie.
Sono tante le aspettative che gli altri ripongono in noi e su di noi. Aspettative che talvolta divengono predizioni e quando non riusciamo a definire se ci appartengono davvero, possono diventare delle realtà che accettiamo ma non viviamo pienamente.
Un percorso di terapia offre la possibilità di esplorare tali aspettative e dare loro il giusto peso e la giusta collocazione. Venire a patti con ciò che siamo e farlo in un ambiente protetto come quello della terapia giova al nostro benessere sia fisico che mentale.
Prendere atto della propria identità ha costi alti e importanti: ansia, preoccupazione, paura, frustrazione. Un processo che se ben realizzato può rappresentare un’occasione di crescita e di coraggio e soprattutto una scelta di benessere.
La ricerca delle aspettative realistiche rappresenta un primo importante passo per la costruzione di un percorso di affermazione e di accettazione. Le aspettative realistiche consentono di superare una realtà nuova dinanzi alla quale si è impreparati e spaventati.
La Terapia Breve rappresenta in tal senso una risorsa ulteriore in quanto non si focalizza sull’origine del problema ma su ciò che lo alimenta e lo mantiene e dunque sul “cosa fare” per risolverlo. Questo approccio può rappresentare pertanto una risposta funzionale per l’individuo e il suo sistema, chiamati ad affrontare un momento di crisi che necessita di una soluzione per creare nuovi equilibri.
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Riferimenti bibliografici
Leonardi F., Tinacci F. (2021). Manuale di Psicoterapia strategica. Trento: Edizioni Centro Studi Erickson https://www.stateofmind.it/coming-out/#origine-del-termine-coming-out
https://www.istitutobeck.com/beck-news/coming-out-in-famiglia
Psicologa, Mediatrice Familiare, Esperta in Scienze Forensi