Fobia specifica: ho terrore di quella cosa lì, ma non so perché
“Aiuto, aiuto c’è un ragno!”…“Che paura, che paura c’è un gatto!”…“O caspita, un cane…oddio un cane…mi sale l’ansia!”.
E si potrebbe continuare all’infinito. Se sproporzionate rispetto alla realtà, le paure per i ragni, gatti, temporali, cani, insetti, uccelli, aghi o altro tipo di oggetti, sono definite col termine di fobie specifiche. In fondo, ti sei mai chiesto che motivo c’è di aver paura di un ago o di un piccolo ragnetto? Eppure, c’è chi prova un profondo terrore al solo pensiero.
Se penso a quella cosa là, mi viene il panico
Per parlare di fobia specifica, dobbiamo riferirci a una paura illogica, irrazionale ed eccessivamente elevata nei confronti di un determinato oggetto, animale o situazione. Se si trova di fronte allo stimolo ansiogeno, la persona non resiste, vuole scappare, prova un terrore vero e proprio, anche quando non c’è motivo. Oltre ad essere sproporzionata e irrazionale, nella fobia specifica la paura è anche incontrollabile, porta all’evitamento sistematico della situazione e influenza negativamente la vita quotidiana della persona.
La questione centrale, però, rimane il fatto che, per parlare di fobia, la paura deve essere provata nei confronti di uno stimolo innocuo. In altre parole, non siamo in presenza di una fobia se il terrore è vissuto di fronte a uno stimolo realmente pericoloso. Chi non ha paura di un leone? Quasi nessuno. Ma se quel leone lo vedi in un ragno, un ago, un oggetto o una situazione particolare, e hai una reazione simile a quella che avresti di fronte a un leone vero e proprio…bè, allora soffri sicuramente di una qualche forma di fobia specifica.
Il terrore che si prova in queste situazioni di eccessiva ansia, si esprime anche attraverso sintomi fisiologici ben circoscritti, come tachicardia, vertigini, diarrea, sensazione di soffocamento, tremore o sudorazione eccessiva. Nel momento acuto della fobia, inoltre, il primo istinto è sempre scappare e fuggire altrove. Torna a pensare per un attimo al leone: se te ne ritrovi uno davanti all’improvviso, d’istinto cosa fai? Fuggi! E senza perdere nemmeno troppo tempo! Ecco, chi soffre di una qualsiasi forma di fobia, fugge (ed evita) qualsiasi cosa gli ricordi lo stimolo ansiogeno.
Sì ma…che tipo di fobia?
Devi innanzitutto differenziare le fobie specifiche da quelle generalizzate (agorafobia e fobia sociale). Queste ultime, infatti, riguardano un ampio spettro di situazioni, mentre la fobia specifica si ha solo in un determinato tipo di circostanza.
Un primo gruppo di fobie specifiche fa riferimento agli animali (ragni, uccelli, piccioni, insetti, cani, gatti…). Un altro gruppo, invece, racchiude quelle provate verso gli ambienti naturali, come la paura per i temporali, per le altezze, del buio o dell’acqua. Un altro gruppo ancora racchiude le fobie del sangue, delle iniezioni e delle ferite: pensa a quanto può essere invalidante questo tipo di fobia per un infermiere o un medico! Infine abbiamo quelle “situazionali”, dove è una specifica circostanza a causarle: ad esempio un tunnel, un ponte, un ascensore, guidare o volare.
E’ chiaro però che i tipi di fobie non si esauriscono soltanto a queste tipologie: pensa che c’è chi ha paura persino del proprio corpo, o di una parte di esso, o addirittura dei medicinali, o della polvere! Qualunque cosa può dare origine a una forma di fobia.
Cosa c’è dietro a una fobia specifica
Chi soffre di una fobia, spesso si chiede: perché? Il ché vuol dire, ad esempio: perché ho questa maledetta paura dei ragni? Rispondere a questa domanda non è facile. C’è chi sostiene che il tipo di fobia nasca da un significato inconscio errato che è stato dato, nel corso della vita, a quel particolare tipo di animale o di oggetto. C’è chi invece sostiene, al contrario, che l’inconscio non c’entra nulla, ma che è questione di condizionamento. Durante l’esistenza, ovvero, la mente ha appreso involontariamente che un oggetto o una situazione è eccessivamente pericolosa, quando in realtà non lo è. Tale condizionamento viene mantenuto inalterato nel tempo fino a dare origine alla fobia. La genesi è comunque sempre la stessa: un’errata interpretazione di qualcosa.
Ti invito a tirare fuori ancora il leone di prima. Hai presente quell’immagine, piuttosto famosa, in cui c’è un gatto che si guarda allo specchio e nello specchio, anziché vedere se stesso, vede un leone? Bé è un po’ quello che succede a chi sviluppa una fobia: vedere, a un certo punto della vita, qualcosa che va oltre la realtà, che sia all’interno di un ragno, di un cane, della pioggia che cade o della polvere che si annida. Da quel momento in poi esisterà solo il leone!
La scorciatoia per vincere le fobie
La paura è un’emozione adattiva: avere paura di un cane feroce, di un serpente o di un forte temporale mentre siamo in bici, è assolutamente normale. Ma se tale paura si estende anche a un cucciolo di cane, a un ragno piccolo e indifeso o ti condiziona nel prendere un semplice autobus, allora è evidente che c’è qualcosa che non va.
Se la tua fobia ha un’incidenza sulla tua vita e ti condiziona, c’è una via per superarla. Se, ad esempio, sei un infermiere e hai paura del sangue, oppure sei un autista e hai paura del trasporto pubblico, o sei un pilota e all’improvviso ti prende la fobia di volare: non demordere, c’è sempre una soluzione.
Rispetto ad altri problemi, in psicoterapia il trattamento della fobia, se non ci sono altri disturbi psicologici sottostanti, è relativamente facile. A volte può bastare una semplice sequenza di sedute, altre volte una sola sessione di terapia a seduta singola. L’obiettivo è comprendere da cosa è stata scatenata la fobia e come è possibile porvi rimedio. Portare, ovvero, quella paura che si prova di fronte allo stimolo ansiogeno dall’essere “eccessiva e irrazionale”, all’essere “normale e adattiva”. Immagina, ad esempio, quanto sarà bello ricominciare a indossare le ali, una volta che la fobia di volare sarà andata via!
Bibliografia
Cannistrà, F., Piccirilli, F. (2018). Terapia a seduta singola. Principi e pratiche, Giunti, Milano.
Nardone, G. (2012). Oltre i limiti della paura, Bur, Milano.