Piccoli trucchi per riconoscere il gioco d’azzardo patologico
Il gioco d’azzardo esiste da sempre…
Già nel 4500 a.C. in Egitto si giocava a Senet, una sorta di moderna scacchiera con cui interpretare il volere degli dei.
Negli ultimi anni, le forme di gioco d’azzardo si sono moltiplicate: gratta e vinci, scommesse sportive, slot, fino ai giochi telematici come il 10 e lotto e le scommesse virtuali. Parallelamente, si sono moltiplicate anche le “occasioni” di gioco, che hanno esteso la “categoria” di giocatore a uomini e donne di ogni età, istruzione ed estrazione sociale.
Di fatto, oggi tutti possono aver accesso ai giochi d’azzardo: giocare costa poco, non occorre essere in più persone per farlo, è molto semplice ed è soprattutto rapido e lo si può fare senza nemmeno uscire di casa, semplicemente dal Pc o dal proprio smartphone.
Pensiamo ad una giornata tipo: quanti di voi entrano almeno una volta in un bar o in una tabaccheria? Chi, alla vista delle luci e degli effetti sonori che promettono facili vincite, non ha mai pensato di tentare la sorte inserendo una monetina, barrando i propri numeri fortunati o acquistando un gratta e vinci?
Giocare qualche volta non è certo un problema, ma se “il tentare la fortuna” diviene costante e il pensiero del gioco inizia ad essere sempre più frequente fino a condizionare la nostra vita quotidiana, è forse il caso di porci qualche domanda. Il pericolo più grande è iniziare a pensare che un evento casuale divenga più o meno probabile in base ai risultati pregressi.
Sembra irrazionale, ma è questo quello che succede ogni volta che ci diciamo “ieri non è andata, magari oggi si”. Questo meccanismo non è fondato sui fatti: la probabilità che esca un numero al lotto è sempre 1 su 90. E ogni volta si riparte da zero. Ne siamo tutti consapevoli, eppure questo è uno tra i meccanismi psicologici che maggiormente incidono sul “vizio” del gioco, che, in Italia, si sta diffondendo sempre più.
Nel Libro Blu dell’Agenzia Dogane e Monopoli, si legge che nel 2017 i giocatori italiani hanno speso 18.990.000.000 di euro con un aumento di circa il 10% rispetto al 2015. Tale aumento è dovuto dall’incremento dei soldi spesi nel gioco e dall’aumento del numero di giocatori e di conseguenza, dall’aumento dei soggetti a rischio di sviluppare quello che oggi chiamiamo gioco d’azzardo patologico o più comunemente ludopatia.
Facciamo un gioco…
Ti piace giocare d’azzardo ma non sai se questo può essere un problema? Esistono differenti modi per capire quando la semplice “monetina” si trasforma in qualcosa di più. Al riguardo, è fondamentale ricordare che il gioco d’azzardo patologico è una forma di dipendenza che, differentemente dalle altre, non comporta l’assunzione di una specifica sostanza (come nel caso della droga o dell’alcool) e che questo può rendere più difficile percepirla sia per te che per chi ti circonda.
Ciononostante, esistono sicuramente “segnali” che ti possono aiutare a comprendere la tua situazione.
Prova a rispondere a queste domande:
1. Nel corso del tempo hai percepito l’esigenza di giocare con più frequenza e investire sempre più denaro? Giocare, ti crea uno stato di euforia ed eccitazione?
2. Ti capita di non avere la possibilità di giocare e vivere quel momento come fastidioso? Diventi nervoso, irrequieto, irritabile?
3. Ti capita di dire a te stesso “da domani smetto” o “smetto quando voglio” senza poi riuscirci?
4. Nel corso del tempo hai notato che pensi sempre più spesso al gioco? Questo pensiero ti risuona in mente anche in momenti in cui sei concentrato su altro?
5. Se perdi al tuo gioco preferito decidi di riprovarci? Ti capita di tornare nello stesso luogo per poter “ritentare la fortuna”?
Houston, abbiamo un problema. Ma niente paura… Attenzione. Questi sono campanelli di allarme che possono suggerirti che, prima che si instauri una vera e propria dipendenza, potrebbe essere il caso di chiedere aiuto.
Come faccio a smettere di giocare?
Il divenire giocatore d’azzardo patologico segue un processo graduale, quindi se ti è venuto anche un piccolo dubbio rivolgiti ad un professionista. Le metodologie di intervento possibili sono numerose e differenti tra loro. A prescindere dalla strada che ti sembra più efficace, quel che conta è non aspettare e, soprattutto, non credere a quello “smetto quando voglio” se già più volte si è rivelato fallimentare.
Non è detto che la tua condizione sia grave: a volte il solo esporre a qualcuno la tua problematica può aiutarti ad inquadrarla meglio.
Se non sai a chi rivolgerti puoi far riferimento ai molteplici servizi di aiuto che vengono messi a disposizione dallo Stato o puoi consultare il sito www.onesession.it. Qui troverai un elenco di professionisti formati in terapia a seduta singola che già dal primo (e forse unico) incontro, ti potranno fornire strumenti concreti grazie ai quali avviare il tuo processo di cambiamento.
Dott.ssa Roberta Miele
Bibliografia
Agenzia Dogane e Monopoli. (2017). Libro Blu 2017. Organizzazione, statistiche e attività. Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Tani, F., & Ilari, A. (2016). La spirale del gioco. Il gioco d’azzardo da attività ludica a patologia. Firenze: Firenze University Press.