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Saper usare l’ansia a proprio vantaggio: cosa fare e cosa non fare per convivere e gestire con lo stato ansioso

Che cos’è l’ansia?

Le ricerche riportano che due italiani su tre dichiarano di vivere in uno stato ansioso e di esserne condizionati. L’ansia è diventata infatti una compagna leale nella vita di molte persone che ammettono con naturalezza di convivere con questa inquietudine.

Quando parliamo di ansia, condizione ansiosa o sensazione d’ansia, facciamo riferimento a una condizione psico-fisica che è caratterizzata da:

– sensazione di costrizione

– affanno e angoscia

– irrequietezza e tensione.

A queste sensazioni si associano spesso dei sintomi fisici: l’ansia è infatti il disagio che, più fra tutti, costringe il corpo a reagire con una serie di comportamenti e dolori fisici –come cefalee, mal di stomaco, tremori- fino a creare, in alcuni individui, delle vere e proprie patologie croniche.

Bisogna fare attenzione e distinguere l’ansia dalla paura: la prima è la reazione emotiva e fisica causata dall’anticipazione di eventi futuri, mentre la seconda è la risposta un pericolo immediato. Ulteriormente, si è soliti distinguere un’ ansia di stato da una di tratto.

L’ansia di stato emerge nel momento in cui la persona presenta preoccupazioni legate a una specifica situazione. L’ansia di tratto, invece, delinea un atteggiamento ansioso generale da parte della persona, senza il riferimento a un contesto più preciso.

L’ansia è positiva o negativa?

Le ricerche sostengono che l’ansia affondi le sue radici più profonde nel cervello, nell’ottica in cui lo stato ansioso agisce sulla materia cerebrale, modificandola e alterandone gli equilibri interni.

La cronicizzazione dello stato ansioso dipende dal fatto che la nostra mente incamera strutture ansiose continuamente attive a reattive agli stimoli esterni. Sembra che addirittura i neuroni diventino ansiosi.

Questa condizione comporta tutta una serie di conseguenze che diminuiscono le nostre capacità mentali:

– annebbiamento delle emozioni

– alterazioni del processo percettivo

– diminuisce l’apprendimento

– riduce la concentrazione.

Tuttavia l’ansia ha una funzione adattiva nell’essere umano. In realtà, può costituire una fonte preziosa per la persona che è in grado di gestirne gli aspetti negativi. Se ci riflettiamo, l’ansia consente di individuare i pericoli esterni, attraverso la preoccupazione e lo stato di allarme; in questo modo ci ha garantito la sopravvivenza.

Eppure ad oggi rischia di diventare il più grande disagio che affligge la popolazione.

Perché?

Perché non la sappiamo usare. E’ un segnale che ci indica che stiamo sbagliando qualcosa, che ci stiamo allontanando dall’obiettivo, che ci stiamo trasformando. Bisogna essere in grado di saperla ascoltare.

E’ quindi possibile vincere l’ansia?

Non sei il solo a soffrire d’ansia, a sentirti immobilizzato dalla condizione ansiosa, ad avere rimuginii continui o costanti preoccupazioni.

E’ possibile disinnescare questa spirale mentale e fisica e ascoltare l’ansia come fosse una guida che ti indica la giusta direzione; puoi usarla a tuo vantaggio per migliorarti, scoprire risorse e comprendere cosa ti fa stare veramente bene.

Ecco una piccola guida su cosa fare riguardo a questa condizione:

1. Disinnesca l’allarme:

Il costante pensiero sul domani non ti lascia in pace? Spegni l’allarme e concentrati su cosa NON sta succedendo in quel preciso momento, sull’ambiente sicuro in cui sei. Lascia il condizionale da parte, e pensa all’indicativo: ciò che c’è e non ciò che potrebbe essere.

2. Riconosci quando è mascherata:

Non sempre l’ansia si manifesta. A volte sono piccoli i segnali che dovrebbero aiutarti a riconoscerla: mangiare anche quando si è sazi, non portare a termini obiettivi prefissati, stancarsi spesso e senza aver fatto nulla… Facci caso.

3. Blocca il meccanismo che fa rimuginare

Ruminare non è pensare. La ruminazione è sterile, non fornisce alcuna soluzione, non evolve e crea solo difficoltà. Fai attenzione ai pensieri ruminanti e scegli di bloccarli.

4. Crea un rifugio che senti tuo

Fight o flight. Scappa o combatti. Solitamente la reazione istintiva all’ansia è la fuga. E se invece di scappare restassi ad affrontarla, chiudendo gli occhi e creando un luogo in cui ti senti al sicuro? Provaci.

5. Scarica la tensione in modo naturale

L’ansia è in grado di stancare perché costringe a un continuo movimento afinalizzato. E se invece ti dedicassi a un attiva sportiva che ti consenta di concentrarti, tralasciando tutto il resto?

Potrebbe accadere che questi consigli non sortiscano l’effetto sperato e non siano completamente utili a risolvere il problema.

Ci sono situazioni in cui è opportuno pensare di rivolgersi a uno psicologo professionista.

Lo sapevi che anche un singolo incontro può essere sufficiente per capire qual’è il primo piccolo passo da compiere nella direzione del tuo obiettivo? Grazie alla Terapia a Seduta Singola potresti raggiungere risultati in tempi brevi, individuare le tue risorse e risolvere situazioni che non avevi pensato avessero una soluzione.

BIBLIOGRAFIA:

www.riza.it

Cannistrà F., Piccirilli F. (2018), Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Giunti Psychometrics

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