“Restiamo insieme”. Imparare la fiducia dopo un tradimento
Quando il tradimento entra in una relazione, mettendo alla prova la fiducia, l’incredulità e lo smarrimento iniziali fanno spazio a emozioni e sentimenti come:
- Umiliazione e tristezza
- Rabbia
- Disgusto
- Senso di fallimento e di colpa
- Vergogna
- Dolore e paura di essere nuovamente traditi.
Se la relazione è di coppia, questi sentimenti sono molto intensi e accompagnati da sintomi psicofisici e relazionali. Il tradimento diventa un vero e proprio trauma, detto “Post Infidelity Stress Disorder”.
Che sia stata scoperta o rivelata, chi subisce l’infedeltà vive sempre una grande perdita, quella della fiducia. Non è detto che si perda la persona amata, ma di certo si frantuma il senso di sicurezza e la fiducia. È questa la vera ferita insopportabile, che colpisce il cuore della persona e della coppia.
Tutto crolla, mentre montano i pensieri alla ricerca di un perché.
“Come è possibile? Ho dato fiducia a chi mi ingannava e non l’ho capito.”. Pensi a tutto quello che hai dato, mentre l’altro stava con un’altra persona. Magari il dialogo e/o il sesso non erano granché, eppure pensavi che le cose sarebbero migliorate. Avevi fiducia in voi.
Ti accusi di aver causato il tradimento perché pensi che non sei stata/o accondiscendente, amabile, sexy, presente, i figli o il lavoro sono stati onnipresenti.
Incubi e notti insonni scorrono, pensando a ciò che è andato storto, a cosa faceva, a come riuscire a perdonare o vendicarti, perché ha tradito quel patto sott’inteso di fedeltà ed aspettative, di esclusività reciproca. Motivo per cui a volte la vendetta offre la stessa moneta: la reciprocità almeno è “salva”…forse.
Col tradimento e la fiducia ferita, la crisi travolge la coppia, forse già traballante, e diventa fonte di cambiamento. Che tipo di cambiamento è tutto da decidere. Ma senza fretta.
Ci sono due scelte possibili: dividersi oppure restare insieme. Entrambe accomunate dalla fiducia ferita del tradimento e dal rischio della sopravvivenza estenuante.
Quali strade?
- Dividersi
Quando la riconciliazione è inapplicabile, la rottura diventa la scelta obbligata.
Ma per non affossare le future relazioni con pregiudizi e gelosie, la persona dovrà leggere la sua storia e farne una risorsa. Affrontare la paura di essere tradita e ritrovare la sua autostima.
- Restare insieme
Questa scelta può trasformare la crisi in un’opportunità di cambiamento verso una condizione migliore della precedente.
Ma per sortire l’effetto desiderato e non vivere in uno stato di sopravvivenza permanente e deludente, è necessario un tempo di guarigione per fidarsi di nuovo. Dare una chance al Noi, rinegoziandone la costituzione e l’equilibrio.
Come ricostruire una fiducia lacerata nella coppia?
Non c’è una formula, perché ognuno reagisce in modo diverso e il tradimento ha diverse forme e concezioni. Di certo è un percorso importante, di passi interiori e relazionali da compiere, in cui è fondamentale capire che la fiducia coesiste con la credibilità, sempre. Essere credibili e crederci permette di (re)imparare a (ri)fidarsi. E guarire giorno per giorno.
1. Appuratevi che l’altro non sia un/a adultero/a seriale.
2. Domandatevi: “Perché vogliamo rimanere insieme?”.
L’amore è fondamentale, per se stessi e per la coppia, e va ricontattato senza negarselo. Ma basta?
3. Se le bugie e il silenzio hanno contrassegnato il tempo dell’infedeltà e spesso anche quello precedente, ora è il tempo di una comunicazione autentica.
È necessario affrontare i motivi del tradimento, le ferite e le emozioni, senza far finta che non ci siano. Piuttosto bisogna esprimerli e capirli.
4. Accettare il dolore e tirarlo fuori, senza negarlo. Chi ha tradito spieghi il disagio che ha portato all’infedeltà, prendendosi la responsabilità delle sue scelte. Smetta di sminuire quanto ha fatto e pretendendo che scusandosi abbia già risolto tutto. Capisca cosa ha realmente ferito il partner ed entri nei suoi panni, senza stare sulla difensiva. Concedetevi tregue di ascolto senza “il tanto non ti credo” e “sei tu che mi hai portato a farlo”. La persona ferita scelga di non definirsi vittima ma protagonista, e di non chiedere i dettagli del tradimento. Appagano l’ansia ma distruggono l’equilibrio personale.
5. Leggete il tradimento come un sintomo della relazione, di cui prendersi cura per giungere al cambiamento. Create nuovi spazi neutrali. Ricercate ricordi significativi e di intimità. Non va distrutto tutto il passato.
6. Impegnatevi in atti concreti da promettere e compiere, ma non per dovere o sulla scia delle emozioni, ma perché ci credete e siete disposti a farli.
7. Servono costanza, pazienza e volontà quotidiani, da parte di entrambi i partner. Affetto, attenzione e grazie.
8. La riconciliazione e la fiducia richiedono un’altra scelta importante: perdonare. Il perdono aiuta prima di tutto la persona sofferente a non incolparsi e a guarire. Ritrovando il suo equilibrio potrà perdonare davvero il partner. È un percorso difficile ma non impossibile, se si vuole. Il primo step è accettare quanto avvenuto e decidere se andare avanti.
9. Se si sceglie di ricominciare, è importante non cadere nell’errore di recriminare e rivangare l’accaduto continuamente, di controllare il cellulare del partner o pedinarlo, di vendicarsi con dispetti, perché non impedirà che tradisca di nuovo, mentre toglierà forze e sorriso a entrambi. Ma se non ne potete farne a meno e…
10. …il fantasma dell’infedeltà permane, con tutte le sue emozioni dolorose per la fiducia ingannata, si fa assordante e invadente. Si genera una sofferenza costante nella coppia, ci si sente impotenti e senza uscita. Non vergognatevi e cercate un supporto professionale, individuale e/o di coppia.
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Riferimenti bibliografici
Giommi, R. (2010). Tradire. Segnali di confusione amorosa. Edizioni Sperling & Kupfer collana Open Space Paperback.
Glass, S., Coppock Staeheli, J. (2008). Not ‘Just Friends’: Rebuilding Trust and Recovering Your Sanity After Infidelity. Atria Books Editor
Gottman, J., Schwartz Gottman J. (2017). Dieci principi per una terapia di coppia efficace. Raffaello Cortina Editor
Meyers, S. (2012). Chatting or Cheating: How to Detect Infidelity, Rebuild Love and Affair-Proof Your Relationship. Heart Media Publishing
https://www.perspectivesoftroy.com/2020/10/07/post-infidelity-stress-disorder-causes-symptoms-and-treatments/ (consultato in data 8/2/2022)
https://www.mayoclinic.org/healthy-lifestyle/adult-health/in-depth/infidelity/art-20048424 (consultato in data 8/2/2022)
Come superare la separazione dei propri genitori?
La separazione
Nel sistema famiglia possiamo individuare una conflittualità cosiddetta “normale”, caratteristica del ciclo evolutivo di un nucleo.
Una conflittualità che permette al sistema di muoversi ed evolversi verso nuove mete e nuove armonie. De Bono, nel 1993, definiva il conflitto “una situazione che richiede uno sforzo progettuale”.
Questa conflittualità fisiologica può degenerare nel momento in cui si presentano alla famiglia sfide o problemi complessi e meno scontati.
Si pensi ai comportamenti devianti in adolescenza, alla malattia, al lutto, ai problemi di dipendenza dal gioco, da droghe o da alcool.
Attraversare momenti critici o conflittuali accade a tutte le famiglie. Momenti ai quali si risponde con un riadattamento alla nuova situazione o ai nuovi ruoli.
La conflittualità coniugale è uno di questi eventi che mette in crisi l’intero sistema familiare, tenendo in ostaggio i figli dal punto di vista emotivo e relazionale.
Le relazioni possono renderci incredibilmente felici o profondamente infelici.
Esse richiedono negoziazione, compromesso, accettazione delle differenze, comunicazione.
La separazione è una risposta ipotizzabile alle relazioni infelici e caratterizzate da conflitti profondi e complessi da affrontare.
Si tratta di un evento non improvviso ma risultato di un processo più o meno lungo, che vede il deterioramento di sentimenti e rapporti.
La differenza tra chi resta insieme e chi sceglie di separarsi, in situazioni di analoga conflittualità, può talvolta essere nella modalità con cui il conflitto viene affrontato.
Ovviamente questo esclude problemi oggettivamente insanabili, come ad esempio la violenza.
Se affrontato e gestito correttamente, il conflitto può portare crescita e cambiamento. La crescita significa, assunzione di responsabilità, scelta del dialogo e del confronto.
La famiglia scandisce le diverse fasi della nostra vita, attraverso esperienze ed eventi che si imprimono nella memoria di ciascuno.
La separazione rappresenta una frattura in questi tempi. Frattura che costringe inevitabilmente ad un cambio di passo, ridisegnando individui e relazioni.
Essere figli nel conflitto
Si discute da sempre delle conseguenze della separazione dei coniugi sui figli.
È innegabile che il dissolversi del legame di coppia non sia indolore per i figli ma allo stesso tempo non siamo in presenza di una tragedia senza rimedio.
Il punto della questione è anche nella trasformazione dei costumi e dei valori.
Il tema famiglia infatti ha molteplici implicazioni sociologiche, psicologiche, giuridiche, religiose, etiche.
Di fatto la fine della coppia muove un cambiamento dei punti di riferimento di bambini o giovani.
Cambiamento che può provocare in loro incertezza, paura di perdere uno o entrambi i genitori.
Timori spesso alimentati anche dalla scarsa attenzione da parte degli adulti, concentrati sui loro problemi e dinamiche.
Separazioni e divorzi sono diventati ormai sempre più frequenti.
L’esperienza in tal senso dimostra che il disagio è passeggero se mamma e papà riescono a venir fuori dal vortice del conflitto e a tenere presente l’importanza della genitorialità che continua anche se il legame coniugale si è spezzato.
In caso contrario il disagio si cronicizza quando l’ex coppia trascina i figli nelle conflittualità, caratteristiche del momento della separazione.
Accettare che si è, nonostante tutto, genitori significa mettere in discussione atteggiamenti, scelte, comportamenti.
Significa rivedere o superare dei meccanismi di adattamento alla realtà consolidati, ma ormai inutili in questa nuova fase.
L’accettazione comporta un lavoro mentale intenso che talvolta modifica la propria identità, sia come genitore che come persona.
Non tutti potrebbero essere disposti a rivedere il proprio “copione”.
Non tutti potrebbero essere disposti a uscire dal meccanismo del senso di colpa o dell’attribuire la responsabilità all’altro.
La separazione è certamente un evento stressante e delicato in una storia familiare, in quanto comporta una riorganizzazione del percorso familiare.
Tale riorganizzazione dipenderà sia dalle risorse che dalle potenzialità di cui dispone ciascun singolo componente del gruppo famiglia.
La separazione è un processo evolutivo, dinamico che cambia le forme delle interazioni familiari, senza dissolverle (Cigoli, Gulotta, Santi, 1983).
Uno degli obiettivi del processo di rielaborazione di tale evento è proprio quello di conservare le interazioni familiari alla luce dei nuovi assetti.
Le difficoltà a creare nuovi equilibri sono da ricercarsi nella constatazione che la nascita di una coppia e la separazione di questa sono momenti nei quali entrano in gioco emozioni forti e potenti, complicate sia da riorganizzare che da accettare.
Quale aiuto dal percorso terapeutico?
La qualità della relazione tra ex coniugi influenza l’adattamento dei figli al nuovo scenario familiare.
La cooperazione, amichevole e spontanea avrà, nonostante i genitori siano in contrasto su altri aspetti, effetti positivi sui figli.
Il lavoro terapeutico deve essere improntato ad una gestione cooperativa del conflitto e ad una ridefinizione di ruoli e confini che consentirà una riorganizzazione emotiva, oltre che fisica.
Scelta per il futuro e apertura al cambiamento sono i due obiettivi essenziali a cui puntare per offrire ai figli l’opportunità di poter contare su entrambe le figure genitoriali.
Superare e integrare nel nuovo ciò che è accaduto.
La separazione è infatti allo stesso tempo, fine e inizio.
La principale paura dei figli, rispetto alla separazione e al divorzio, è pensare al futuro come ad un domani caratterizzato da angoscia e sospensione.
La sicurezza e le abitudini infatti sono venute a mancare. Se la separazione, prima e poi, viene preparata con attenzione tenendo conto degli aspetti sia educativi che relazionali di coinvolgimento dei figli allora potrà produrre effetti meno dolorosi.
La risposta ad un evento può fare una grande differenza e permettere ai figli di mantenere un legame significativo con entrambi i genitori.
Parlare e ascoltare, andando oltre le parole per evitare di chiudersi in dubbi e paure.
Un’adeguata e onesta comunicazione affettiva consentirà a genitori e figli di andare con serenità verso un nuovo stare insieme.
Consentirà inoltre agli ex coniugi di dare valore ai sentimenti dei figli, senza considerarli vittime o mezzo.
La sofferenza non verrà risparmiata, ma sarà possibile risparmiare il dolore nelle sue forme più dannose ed estreme.
Nella famiglia apprendiamo i sentimenti e le emozioni, anche quelli negativi.
L’amorevole genitorialità deve fare i conti e andare a braccetto con la disamorevole coniugalità al fine di permettere alla famiglia di continuare ad essere un solido riferimento educativo.
Ogni Martedì dalle 18:00 alle 20:00 gli psicologi del team “One session” sono a tua disposizione per una sessione gratuita di consulenza psicologica a seduta singola di 30 Minuti.
Per maggiori informazioni, puoi inviare una email a info@onesession.it o visitare la nostra pagina FB OneSession.it
Riferimenti bibliografici:
Cigoli V. (1998). Psicologia della separazione e del divorzio. Bologna: Il Mulino
Iori V. (2006). Separazioni e nuove famiglie . Milano: Raffaello Cortina Editore
Psicologa, Mediatrice Familiare, Esperta in Scienze Forensi
Scrivere per superare la fine di una relazione
Perché le relazioni finiscono? Perché ad un certo punto la persona che credevamo sarebbe stata al nostro fianco per tutta la vita esce di scena?
Le motivazioni per cui una relazione finisce sono molteplici. Talvolta le cause possono essere degli eventi esterni che portano la coppia a separarsi, forzatamente. Altre volte invece ci si accorge di non condividere più gli stessi valori, perché si è cambiati. Altre volte ancora i partner non riescono più a fidarsi l’uno dell’altro, dopo tradimenti o bugie.
Qualsiasi sia la causa della rottura, entrambi i partner saranno invasi da una serie di vissuti ed emozioni, talvolta difficili da gestire.
Le fasi della fine di una relazione
La fine di una relazione porta con sé la perdita di una persona molto cara. Proprio per questo motivo questo evento può essere paragonato ad un lutto.
E come nel lutto, si passa attraverso una serie di fasi che, dopo rabbia e sofferenza, permetteranno ai protagonisti di riprendere in mano la loro vita. Vediamo quali:
- La relazione è finita, ma si fa fatica a crederlo. I protagonisti si rifiutano di credere che la persona amata non condivida più con noi gran parte della nostra quotidianità.
- In questa fase si comincia a rendersi conto della fine della relazione. La rabbia può essere rivolta contro se stessi, per non aver fatto funzionare la storia, o contro il patner per averci lasciati. Spesso è rivolta anche contro tutti quelli che vediamo felici, pensando che al loro posto dovremmo esserci noi.
- È la fase dei “se”. “E se quella volta mi fossi comportato diversamente? E se potesse esserci un’ulteriore possibilità?” In questa fase si cercano dei modi di ricongiungersi con l’ex partner, rimanendo così ancorati al passato.
- Indietro non si può tornare, si prende consapevolezza della fine della relazione. Ci si rifugia così nei ricordi di un passato che è stato anche positivo, soffrendo incredibilmente.
- Dopo le prime quattro difficili fasi, ora si diventa consapevoli che indietro non si tornerà. Si custodiscono i momenti positivi della tua storia d’amore, ma è arrivato il momento di dedicarsi a se stessi. Ripensare alla storia finita non trascina più nello sconforto.
Ricominciare a vivere dopo la fine di una relazione
Nella teoria sembra tutto facile, ma a volte il dolore è così insopportabile da non riuscire a credere che prima o poi si supererà. I ricordi della relazione passata tengono costantemente compagnia, al punto da credere che non si sarà mai più felici.
Ecco quindi un piccolo, semplice ma potentissimo esercizio che puoi fare in autonomia per dare spazio al tuo dolore e pian piano farlo defluire.
In una semplice parola: scrivi.
Ogni sera, prima di coricarti, prenditi del tempo (almeno 15 minuti) per mettere nero su bianco i tuoi pensieri, i tuoi ricordi, il tuo dolore. Dev’essere un momento solo per te, il foglio e la penna. Non importa la forma, quanto il contenuto. Lasciati andare, esprimi sul foglio tutto ciò che ti tormenta, i pensieri che durante il giorno ti attanagliano e che cerchi di evitare. Una volta finito, è importante che tu non rilegga quanto hai scritto!
Se ti accorgi che il dolore persiste, prova ad affidarti ad un terapeuta. Anche un solo incontro può bastare!
Ogni martedì dalle 18:00 alle 20:00, gli psicologi del nostro team One Session si rendono disponibili per degli incontri online gratuiti utilizzando la Terapia a Seduta Singola. Per avere maggiori informazioni e prenotare il tuo incontro, puoi contattarci inviando una e-mail a info@onesession.it oppure visitala nostra pagina Fb OneSession.it.
Riferimenti Bibliografici
Pennebaker, J. W. (2017). Il potere della scrittura. Tecniche nuove edizioni.
https://www.psychologytoday.com/us/blog/in-flux/201911/5-tips-respectfully-end-intimate-relationship
Il mio lavoro è orientato al futuro e alla valorizzazione delle risorse delle persone che si rivolgono a me, in ottica di totale collaborazione.
Come superare un tradimento?
“Non sono turbato perché mi hai tradito,
ma perché non potrò più fidarmi di te” – Jim Morrison
Perdonare o non perdonare, è questo il dilemma.
Nonostante il tempo passi, la paura di subire un tradimento dal proprio partner resta una delle fobie più profonde e radicate.
Nessuno infatti accetta l’idea di stare in coppia e essere tradito.
Con i social network, scoprire il tradimento è diventato più semplice, nonostante entri in gioco il conflitto interiore per la violazione della privacy altrui.
La sete di conoscenza è più forte del senso di colpa in alcuni casi e in altri è il partner stesso a vuotare il sacco e confessare il tradimento.
Cosa fare a quel punto?
Ogni persona è diversa, ma se c’è un sentimento forte e una progettualità di coppia, sicuramente nella maggioranza dei casi non si accetta di buon grado la notizia del tradimento.
Come reagire?
Non è affatto facile.
Nel momento in cui si è traditi, al di là dei motivi (che possono essere tanti), si perde la fiducia nell’altro.
E si sa che un coppia senza la fiducia, stenta a sopravvivere.
Infatti nella maggior parte dei casi, ciò che succede è il partner che ha subito il tradimento, decide di perdonare; tuttavia il suo comportamento cambia, virando verso l’ipervigilanza e il monitoraggio costante del partner.
Questo genera ulteriore conflitto nella coppia diversi “ruoli”.
Il traditore è costantemente sotto processo e qualsiasi azione compia per redimersi non ha effetto; fa di tutto per rimediare all’errore commesso e ripristinare il rapporto di coppia. Fornisce spiegazioni dettagliate, scusandosi di continuo e avvertendo un forte senso di colpa.
Il tradito invece non riesce né a fidarsi del tutto, né a lasciare il partner. Vorrebbe ricostruire il rapporto ma è ripensa costantemente all’evento e al passato, probabilmente dandosi anche in parte la colpa di quanto successo. Rimugina sull’umiliazione subita, cerca segnali che gli dicano che il partner è sinceramente pentito e che non sta ancora tradendo. Il dubbio si è insinuato in lui e fatica a scacciarlo.
Bada bene, mi riferisco alla coppia che ha deciso di restare insieme, dove il partner che ha tradito si è pentito dell’atto.
Puoi passarci sopra?
Non esiste una strategia univoca o un consiglio efficace per il tradimento; si tratta più che altro di una decisione tua personale.
Nn ci sono vie di mezzo in questi casi, ma ciò che devi fare è scegliere se perdonare o no il tuo partner.
Voglio farti riflettere su cosa significa la parola perdono: “Assolvere qlcu. per qlco. che ci ha offeso o danneggiato, rinunciando alla vendetta”[1]
Significa che scegli di dimenticare quanto accaduto, come se non fosse mai successo per poter guardare avanti privo di rancore e vendetta. Altrimenti non funziona. So che non è facile e avrai bisogno di tempo affinché la ferita si rimargini ma non si può costruire su qualcosa di rotto; bisogna spazzare via tutto e ricominciare.
- Parla con il tuo partner di come ti senti e di quelle che sono le tue emozioni
- Ridefinite i confini e i ruoli all’interno della coppia
- Pensa tutti i giorni a comportarti “Come se” il tradimento non è mai avvenuto, scegliendo la cosa più piccola che puoi mettere in atto. Provaci!
- Rivolgiti a un professionista per una terapia di coppia.
La Terapia a Seduta Singola è utile anche in questi casi perché ti aiuta a focalizzare l’attenzione su ciò che non funziona o su quello che ti servirebbe per ricostruire la coppia.
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Riferimenti Bibliografici
Algeri D., Guarasci V., Lauri S. (2019), La coppia strategica. Guida per un sano rapporto di coppia. Roma: EPC Editore.
Sono una psicologa che si occupa di consulenze brevi e di TSS: il mio obiettivo è ridurre i tempi della terapia e massimizzare l’efficacia della seduta, offrendo un sostegno focalizzato e concreto per affrontare sia le piccole che le grandi difficoltà della vita
Lui, lei e gli altri: come smettere di fare l’amante?
Il poeta e attore francese Jean Cocteau ci ha lasciato un bellissimo pensiero sull’amore:
“Il verbo amare è uno dei più difficili da coniugare: il suo passato non è semplice, il suo presente non è indicativo e il suo futuro non è che un condizionale”.
L’amore può essere coniugato in tanti modi differenti, ognuno dei quali ha le sue ragioni.
Ci sono coppie che condividono un progetto di vita insieme da diverso tempo, che gestiscono una vita coniugale ed una vita di coppia segreta, persone che si innamorano e intrattengono una relazione con un uomo o una donna non liberi, persone che soffrono per un tradimento subito.
Insomma un panorama vastissimo che ha come unico protagonista l’amore col suo tempo scandito da gioia e dolore, passione e gelosia, solitudine e condivisione.
Ma cosa accade a chi abbandona la ragione e il senso di morale comune e dà ascolto solo alla passione travolgente e al puro sentimento?
Non sta a noi di certo giudicare la scelta di vivere una vita in cui si è terzo rispetto ad una coppia e ad un progetto di vita altrui ma possiamo provare a pensare a come possa essere possibile e realizzabile l’interruzione di un meccanismo di ripetizione che vede una persona ricadere sempre in una relazione ambigua e in cui manca la concretezza dello stare insieme totalmente.
La storia di Barbara
Barbara ha 37 anni e da quando ne aveva 25 ha iniziato a collezionare una serie di storie “clandestine” con uomini impegnati e più grandi di lei.
È passata da una storia all’altra, in un crescendo di complicazioni e problemi da cui pare non riuscire a staccarsi.
Ha avuto solo due storie con persone coetanee e libere; la prima è stata la fugace avventura di una notte, la seconda un rapporto più duraturo: “un anno di noia” a suo dire.
Il lavoro con Barbara è appena cominciato e sta dando spunto a queste riflessioni.
Ma proviamo a capire cosa accade a chi sceglie di vivere, tra segreti e compromessi, nella veste dell’amante.
Un vero amore, che come tutti i grandi amori della letteratura, del cinema, dell’arte, della mitologia classica è ostacolato e quindi bisogna lottare e soffrire per tenerlo in vita. Una storia che diventa privilegio dunque, in quanto unica e speciale ma che vede il partner che vive nell’ombra reso fragile dall’attesa e dall’accettazione dei tempi e modi dell’altro. In pratica i classici amanti delle storie più belle e romantiche.
C’è poi chi ama vivere nell’ombra perché ne guadagna in termini di eccitazione e adrenalina che fanno da leitmotive ad un tempo sospeso tra ragione ed emozione. Ecco che la storia può diventare un rapporto duraturo nel tempo oppure un passare da una storia all’altra, alimentato dal desiderio, dalla speranza di rivivere le sensazioni che eccitano corpo e mente.
Paura dunque di investire in una storia importante? Un costume, un modo di essere o fare? Una consapevole rinuncia? Una fame di affetto e attenzioni? Un triste destino?
Chi è l’amante?
Una persona che sceglie di vivere nell’ombra accontentandosi di briciole di un amore che sembrano saziare una fame di attenzione e cura, perché crede di non poter ambire ad altro.
Un inconsapevole “terapeuta” della coppia in crisi, che con la sua presenza dà alla coppia, paradossalmente, nutrimento e nuova linfa in quanto fa da contenitore e riequilibratore.
Una persona che con leggerezza sceglie di vivere consapevolmente o inconsapevolmente una meravigliosa esperienza, a termine ma ricca di felicità e brio. Un modo quasi di tenersi lontano dal tempo che avanza e dal comune percorso del ciclo di vita.
Una realtà costante e parallela alla coppia ufficiale con la quale l’elemento tradito dovrà paradossalmente imparare a convivere per il bene della coppia stessa e il suo equilibrio.
Torniamo a Barbara…
Il suo racconto lascia intravedere una persona che preferisce vivere nell’ombra e accontentarsi pur di non dare voce ai suoi desideri e alle sue paure.
E’ stata ad oggi fatta una sola seduta che è iniziata con un lavoro di valorizzazione delle sue risorse e competenze in quanto appare forte in lei un senso di scarsa autostima che la porta a svalutare se stessa.
La terapia a seduta singola è venuta in soccorso a questo primo intervento in quanto, col suo approccio costruttivo minimalista, parte dal presupposto che la responsabilizzazione e l’incoraggiamento sono capaci di produrre nella persona un piccolo cambiamento positivo che può poi portare a cambiamenti più grandi.
Barbara mi consegna poi un’immagine molto bella che mi permette di avere in mano una chiave di lettura del suo vissuto. Insegna arte in un liceo. Pertanto utilizza un dipinto per descrivere la storia che attualmente sta vivendo e che l’ha portata qui perché ha riempito e fatto strabordare quel vaso già mezzo pieno di acqua.
Mi mostra lo screensaver del suo cellulare che ha come immagine “Il bacio” di Gustav Klimt, un dipinto sospeso nel tempo che ricordo di aver visto molti anni fa a Vienna. Una coppia stretta in un abbraccio molto appassionato in cui si vede l’uomo chinarsi sulla donna che riceve il suo bacio.
Per Barbara quel dipinto rappresenta il trionfo dell’eros e il suo grande potere di dare armonia ai conflitti tra uomo e donna; quel bisogno d’amore che la porta a mettere da parte gli aspetti negativi e a tenersi stretto un qualcosa a cui la sua insicurezza attribuisce un grande valore.
La storia di Barbara ha come obiettivo quello di interrompere un circuito di incertezza per puntare a nuove consapevolezze e nuovi obiettivi.
Barbara ha scelto di non procastinare più il suo cambiamento, di essere scelta e non alternativa.
Barbara ha scelto di coniugare il suo tempo al futuro.
Bibliografia
P.Watzlawick & G.Nardone – Terapia breve strategica
M.Recalcati – Mantieni il bacio
Psicologa, Mediatrice Familiare, Esperta in Scienze Forensi
Come smettere di essere gelosi del partner
La gelosia nella coppia
La gelosia nei confronti del partner viene definita “gelosia romantica”. In una relazione, i sentimenti di gelosia possono essere considerati naturali, poiché indici del fatto che il partner tiene a noi ed ha paura di perderci. Alti livelli di gelosia sono stati correlati alla paura di perdere il partner a causa di un tradimento. Tendenzialmente, gli uomini sono più preoccupati da un eventuale tradimento sessuale, mentre le donne da un tradimento emotivo; anche se questa distinzione non è sempre così netta.
I comportamenti legati alla gelosia sono riferibili al senso di minaccia sperimentato dalla persona gelosa, e possono essere diversi. Si parte da semplici battute, da richieste di rassicurazioni sulla fedeltà o sull’amore provato nei propri confronti, fino a comportamenti più invasivi come chiedere di controllare il telefono o le e-mail del partner. Inoltre, la persona eccessivamente gelosa può lamentarsi di frequentazioni di amici e colleghi, minacciando la fine della relazione se queste frequentazioni non vengono interrotte.
Perché potrebbe essere utile imparare a gestire la gelosia?
E’ importante che in una coppia sia presente un pizzico di gelosia verso il partner; questo sentimento giova infatti alla stabilità della coppia. La gelosia è inoltre indice di attaccamento emotivo al partner, tuttavia è importante che non raggiunga livelli smisurati. Il timore del tradimento può presentarsi in diversi modi: può manifestarsi come un fugace pensiero, magari generato da un episodio in particolare, oppure può presentarsi in maniera ostinata, fino a diventare quasi un’ossessione. La costante incertezza circa la fedeltà può portare la persona ad esperire vari livelli di ansia, tristezza e rabbia. Inoltre, se l’idea che il partner sia infedele si protrae a lungo nel tempo, la gelosia si può manifestare attraverso costanti accuse e litigi.
È fondamentale riuscire a riconoscere e gestire i propri sentimenti, evitando di attuare comportamenti che possano mettere a rischio la relazione. Infatti, un’eccessiva gelosia da parte del partner comporta il rischio di sortire l’effetto opposto: allontanare l’altro membro della coppia. La persona accusata potrebbe inizialmente rassicurare il partner, ma alla lunga mettersi sulla difensiva, decidendo di ignorare le accuse del partner, dando così conferma delle sue preoccupazioni. Questo potrebbe comportare il protrarsi delle discussioni, portando uno dei due membri a rompere la relazione a causa delle continue discussioni o dei comportamenti esasperanti.
Come smettere di essere gelosi
Come si fa a smettere di essere gelosi? Di seguito alcuni semplici consigli utili a gestire le proprie ansie e ritrovare la serenità nella coppia:
- Parlarne con il partner con calma: potrebbe sembrare un consiglio scontato, ma a volte avere un confronto chiaro e pacato con la vostra dolce metà potrebbe fugare inutili ansie. Una comunicazione semplice e diretta sulle vostre paure potrebbe sostituire efficacemente accuse e conseguenti liti.
- Concentrarsi su ciò che funziona nella relazione: invece di pensare e ripensare a possibili tradimenti, perché non concentrarsi sulle cose positive della vostra storia d’amore? Quando l’ansia vi assale, cercate di focalizzarvi su quante dimostrazioni d’amore vi regala quotidianamente il partner.
- Usare la gelosia in modo costruttivo: in alcuni casi la chiave potrebbe essere cercare di “utilizzare” la gelosia in maniera costruttiva per la relazione. Cerchiamo di concentrarci sul partner dimostrando quanto teniamo a lui con piccole dimostrazioni di affetto, senza però esagerare!
- Cercare di fidarsi del partner: è importante ricordare che ogni volta che si accusa il proprio partner di essere infedele, si comunica un’importante mancanza di fiducia, elemento fondamentale di un rapporto di coppia. La persona con cui state vi da oggettivi motivi per dubitare della sua fedeltà? Se la risposta è no, cercate di credergli!
Cercare di mettere in pratica questi semplici accorgimenti, potrebbe aiutare a gestire la propria gelosia. Tuttavia, se non dovesse bastare, una soluzione alternativa potrebbe essere approfondire l’argomento con un professionista. Sul sito www.onesession.it potrai trovare un elenco di professionisti formati in Terapia a Seduta Singola, che potranno aiutarti già con un singolo incontro a ritrovare l’agognata serenità di coppia.
Bibliografia
Cannistrà F., Piccirilli F. (2018), Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Giunti Psychometrics.
Pietrzaka, R.H., Lairda D. J., Stevens D.A., Thompson N. S. (2002). Sex differences in human jealousy A coordinated study of forced-choice, continuous rating-scale, and physiological responses on the same subjects. Evolution and Human Behavior, 23, 83 – 94.
Sono una psicologa, mi occupo di sostegno psicologico attraverso l’uso della Terapia a Seduta Singola per poter aiutare le persone a risolvere i propri problemi in tempi brevi. Ricevo a Cosenza e On Line (Skype).
Tradimento: cosa, come e perché
Il tradimento ieri e oggi
La società e la cultura in cui viviamo definiscono che cosa s’intende per tradimento e l’accettazione nel praticarlo. Per un lungo periodo di tempo, il tradimento è stato una prerogativa dell’uomo, poiché banalmente ne aveva l’opportunità.
L’appartenenza alla comunità era definita dal matrimonio mentre l’amore costituiva un aspetto secondario. Oggi l’amore è invece l’aspetto predominante, in quanto rispecchia la scelta consapevole di due persone.
L’uomo era considerato cacciatore e libero di agire secondo il proprio volere e per questo più facilmente infedele; la donna, seppur volente, non poteva rinunciare alla stabilità e alla sicurezza di cui godeva, o alla possibilità di rischiare la vita.
Il tradimento di è evoluto nel corso del tempo, cambiando il significato e il valore all’interno della società. Tradire, non significa solamente essere infedeli fisicamente al proprio partner, ma anche escluderlo da una parte della propria vita, o rimanere coinvolti emotivamente per una particolare situazione.
Questo a sottolineare come ogni persona ha una propria idea di tradimento, seppure quello carnale rimane il più frequente oltre che il meno accettato. Oggi, si tradisce di più e con più frequenza. Uomini e donne hanno le stesse opportunità di tradire e per le medesime ragione, fisiche o emotive che siano.
La società odierna fornisce poi una serie di strumenti che facilitano il tradimento: Internet offre numerose chat che “legalizzano” l’infedeltà, assicurando anche la privacy del partner che può agire in un ambiente sicuro; i numerosi programmi televisivi sdrammatizzano l’atto, ridefinendone le caratteristiche, spogliato degli aspetti etici e morali.
Perché si tradisce?
E perché, nonostante una coppia funzioni, si tradisce ugualmente? Le cause del tradimento sono complesse e non riconducibili a una sola motivazione. Il tradimento è un momento di crisi, che crea caos all’interno della coppia; nella maggior parte dei casi la spiegazione risiede nell’insoddisfazione del partner, nella sensazione di solitudine o nella difficoltà di una relazione che non funziona più.
Non sempre però il tradimento avviene all’interno di coppie disfunzionali, al contrario accade nelle coppie che funzionano.
Come mai?
La psicoterapeuta Perel sostiene che spesso costituisce una via di fuga verso le possibilità, gli obiettivi, i deisderi a cui abbiamo rinunciato nel corso del tempo. L’amante si trasforma nell’occasione di assecondare per un lasso di tempo più o meno breve una parte di noi abbandonata, un sogno distrutto, una strada alternativa che non abbiamo percorso. Ad ogni modo, il tradimento costituisce un campanello d’allarme per la coppia.
Come agisco o reagisco?
Cosa accade dopo il tradimento? E’meglio confessare o non dire niente?
Ad ogni azione corrisponde una reazione e il partner dovrà fare i conti con la relazione parallela. Confessare significa coinvolgere l’altro e chiedergli di prendere una decisione riguardo a un evento che probabilmente non aveva considerato; questo oltre a generare dolore, può generare confusione nella persona che, per quanto possa apprezzare la verità, non saprà che fare di fronte alla scelta di accettare o lasciare il proprio partner.
Al contrario, liberarsi del proprio peccato, può essere risolutivo; è possibile che si riappianino le disuguaglianze all’interno di una coppia, che costituisca uno spunto per una nuova comunicazione e la rinegoziazione della coppia stessa.
Non esiste, in ogni caso, un consiglio assoluto, ma è bene valutare e riflettere prima di agire e soprattutto cogliere quelli che sono i segnali che qualcosa non funziona come dovrebbe all’interno della coppia.
Talvolta è utile pensare di rivolgersi a uno psicologo professionista. Anche una singola seduta dallo psicologo può essere sufficiente per capire qual è il primo piccolo passo da compiere verso l’obiettivo. Grazie alla Terapia a Seduta Singola si possono raggiungere risultati in tempi brevi, individuare le risorse e risolvere situazioni che si pensava avessero una soluzione.
Bibliografia
Cicerone.P.M. Non per amore, ma…, Mind, mente & cervello, 159, 64-71
Cannistrà F., Piccirilli F. (2018), Terapia a seduta singola. Principi e pratiche. Giunti Psychometrics.
Sono una psicologa che si occupa di consulenze brevi e di TSS: il mio obiettivo è ridurre i tempi della terapia e massimizzare l’efficacia della seduta, offrendo un sostegno focalizzato e concreto per affrontare sia le piccole che le grandi difficoltà della vita