Una fine senza inizio: il lutto perinatale
“Il bambino nasce dentro di noi molto prima del concepimento.
Ci sono gravidanze che durano anni di speranza,
eternità di disperazione”
(Marina Ivanovna Cvetaeva)
Cosa è il lutto perinatale
Molti sono sia gli uomini che le donne che, ad un certo punto della loro vita, sognano e desiderano per il loro futuro di diventare genitori.
Non sempre però il momento della gravidanza e dell’attesa si presenta così come viene sognata, e non si è mai preparati abbastanza e fino in fondo.
Siamo soliti parlare della gravidanza solo nel suo aspetto più tenero e meraviglioso. Da qui l’uso del termine “lieto evento”. Troppo poco si tiene in considerazione l’altra faccia della medaglia, quando la morte arriva prima della vita.
Parliamo di tutti quei genitori che sono pronti ad accogliere un bambino conosciuto dalle ecografie. Genitori felici di coronare il loro sogno con quella nuova vita. Genitori che vengono, però, bruscamente scaraventati in un dramma difficile da accettare, elaborare e trasformare: quello della morte di quel piccolo essere.
Nonostante l’alta incidenza di questo fenomeno nel nostro paese (circa il 20% delle gravidanze avviate) ancora troppo poco si parla e si conosce il significato del termine “lutto perinatale”, rimanendo così un fenomeno ampiamente sottorappresentato e socialmente negato.
Con il termine di “lutto perinatale” si fa riferimento a quella perdita causata dalla morte di un bambino che può avvenire sia nelle ultime settimane gestazionali, ma anche alla nascita o nel corso della prima settimana di vita.
Il lutto perinatale è caratterizzato “dalla perdita del bambino nato a livello immaginario, percepito come realmente presente e scomparso però prima di essere davvero conosciuto” (Simona di Paolo, 2018). Inoltre, si colloca “come fallimento della capacità di conservare e mettere al mondo la vita” (Simona di Paolo, 2018) e come evento di assoluta innaturalità, in quanto la morte la precede.
Il dolore per il lutto perinatale
È possibile prendersi cura di questo dolore inatteso? Cosa succede nei genitori quando un processo naturale come la nascita di un bambino si interrompe inaspettatamente?
La perdita di un figlio è l’evento più straziante, traumatico e paradossale a cui si possa assistere. Contraddice il naturale corso degli eventi che caratterizzano le relazioni. È uno shock emotivo di grande intensità che produce un lutto profondo e pervasivo.
Nel corso di studi sono stati individuate 4 fasi dell’elaborazione del lutto da parte delle persone che hanno perso un proprio caro:
- disperazione acuta
- struggimento
- disorganizzazione e disperazione
- riorganizzazione
Le stesse reazioni sono state rintracciate a seguito di un lutto perinatale, nonostante il legame fra i genitori e il bambino si stia ancora formando e la relazione non sia stata ancora instaurata.
In cosa si differenzia il lutto perinatale?
Il lutto perinatale, oltre a configurarsi come perdita affettiva con la morte dell’embrione o del feto, rappresenta anche una perdita simbolica. Questo perché va a intaccare la realizzazione del desiderio di avere un figlio e lo status sociale di maternità/paternità.
La coppia genitoriale si ritrova all’interno di un vortice emotivo. Se un attimo prima viveva emozioni di gioia per l’attesa di una nuova vita, ora viene sorpresa dall’improvvisa sofferenza per l’inatteso vissuto di morte.
La perdita di un figlio mai nato per la coppia genitoriale viene vissuta come la perdita di una nuova fase della vita o di un sogno, una gravidanza che non si conclude con la nascita di un bambino vivo.
Per tale motivo i genitori devono dare forma al proprio dolore e costruire uno spazio biografico e psichico per quella gravidanza e per quel bambino.
Convivere con il dolore e ricostruire la coppia
Il lutto perinatale va a toccare la coppia non solo individualmente, ma anche nelle relazioni, nella comunicazione e nella sfera intima, con la possibilità di sviluppare problematiche che possono portare alla fine del rapporto.
I genitori possono affrontare il dolore in modo differente, esprimendolo su più livelli. Questa differenza nell’espressione del dolore può portare, però, al sorgere di incomprensioni. Spesso l’altro viene valutato come “non abbastanza sofferente” solo perché ha una reazione diversa.
Affinché le incomprensioni vengano superate al meglio e il dolore dell’altro considerato e accettato così per come viene espresso, bisognerebbe lasciarsi la libertà di viverlo senza regole prestabilite.
In questo modo vi sarà la possibilità di creare un equilibrio tra il sostenere e l’essere sostenuto. È necessario trovare momenti e spazi di condivisione, di consigli e di ascolto, ma è giusto, anche, ritagliare, per chi lo necessita, momenti di maggiore solitudine (senza che questi vengano percepiti come un distacco). L’importante è, dunque, che nessuno venga mai giudicato e colpevolizzato per le proprie reazioni emotive.
In conclusione…
Se sentite che il dolore diventa insostenibile, o se percepite di star arrivando alla deriva e volete rafforzare in questo delicato momento la vostra relazione e comunicazione affinché possiate comprendervi meglio per superare insieme il traumatico evento che vi ha travolto, non esitate a rivolgervi ad uno specialista.
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Riferimenti bibliografici
Quartaro, RS., e Grussu, P. (2018). Psicologia clinica perinatale: dalla teoria alla pratica. Collana di psicologia della maternità. Trento: Erickson
Ravaldi, C., Vannacci, A., Farmacologo, M., & Onlus, A. C. (2009). La gestione clinica del lutto perinatale Strategie di intervento e linee guida internazionali. Lacare in perinatologia, 3.
Marco, D. (2013). Le madri interrotte. Affrontare e trasformare il dolore di un lutto pre e perinatale: Affrontare e trasformare il dolore di un lutto pre e perinatale(Vol. 75). FrancoAngeli.
Di Paolo, S. (2018). Il non riconoscimento del lutto nell’aborto precoce, possibili interventi terapeutici. State of mind (ID:157936)